Il peperone quadrato della Motta di Castiglione d’Asti diventa Presidio Slow Food

Entra nella selezione dei cibi protetti e veicolati da Slow Food il peperone quadrato di Castiglione d'Asti, portato alla fama da Lidia Alciati del ristorante Da Guido.

Il peperone quadrato della Motta di Castiglione d’Asti diventa Presidio Slow Food

Il peperone quadrato della Motta di Castiglione d’Asti diventa Presidio Slow food: è il 37esimo prodotto del Piemonte tra gli alimenti tutelati dall’associazione. È una varietà che ha più di 100 anni, dato che le prime testimonianze risalgono al 1914 nella piana del Tanaro. Forma quadrangolare della bacca, gialla o rossa, il peperone della Motta è di dimensioni generose, con la polpa spessa e carnosa e dal gusto intenso, ma dolce e delicato, dato dall’elevato contenuto zuccherino. Le aree di produzione sono nel comune di Costigliole D’Asti, nella frazione Motta e aree limitrofe.

Durante la conferenza stampa di presentazione del presidio la storia è stata raccontata dal sindaco Enrico Cavallero, Stefano Scavino, referente dei produttori del Presidio, Carlo Petrini, presidente di Slow Food e lo chef Ugo Alciati, figlio di Guido e Lidia Alciati, dello storico ristorante Da Guido. Proprio Lidia Alciati nell’epoca d’oro del peperone quadrato lo aveva reso famoso con una farcitura di tonno, capperi, acciuga, condendolo con un po’ di maionese e una goccia di aceto di vino bianco.

Il sindaco di Costigliole d’Asti Enrico Cavallero ha dichiarato: “Ho sempre fortemente creduto in questo peperone, l’unico autoctono della sua categoria. Il tutto è iniziato quasi 13 anni fa quando del peperone si era quasi perso il seme e se oggi ne celebriamo la rinascita, lo dobbiamo al lavoro di selezione fatto in questi anni con Stefano e gli altri orticoltori pionieri della produzione, che con grande soddisfazione abbiamo presentato in questa giornata. Quello che abbiamo cercato di fare, insieme all’assessore all’agricoltura Alessandro Borio e agli amici orticoltori della Motta, è sostenere e promuovere un’operazione comunitaria in sintonia con Slow Food e con la filosofia amministrativa, che ci porta a essere attenti, in modo concreto, alla valorizzazione e alla qualità dei nostri prodotti. Sono convinto che questo primo raccolto permetterà di mettere basi solide per un più ampio progetto di rilancio complessivo del comparto orticolo, con interventi mirati ad agevolare lo sviluppo delle imprese presenti, che sicuramente genererà un indotto utile a mantenere vivo il prodotto”.