Il post di Lollobrigida sulle manifestazioni per Gaza è (di nuovo) tutto sbagliato

La sequela di errori nel post del Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida dopo le manifestazioni di ieri.

Il post di Lollobrigida sulle manifestazioni per Gaza è (di nuovo) tutto sbagliato

Già vi sentiamo, a dire (e scrivere) che dovremmo occuparci di cibo, e non di politica. E noi a rispondere che il cibo è politica (Carlin Petrini docet sul tema, da sempre), ma soprattutto che noi vorremmo tanto farci gli affari nostri, e non è colpa nostra se però il Ministro dell’Agricoltura ce lo impedisce.

Non sappiamo se sia per affezione familiare o per affezione politica, sta di fatto che da quando è salito in carica il Ministro Lollobrigida, di tanto in tanto, si è comportato come una sorta di vice di Giorgia Meloni, dispensando commenti su più o meno qualsiasi tema di attualità di Governo. Certo, il focus di Lollo rimangono sempre – come è giusto che sia – l’agricoltura, il vino, l’acqua, i dazi o la carne (coltivata o no), ma ogni tanto (spesso, in realtà) il ministro pare uscire fuori dal seminato, come quando ha voluto dare lezioni di stile a un collega giornalista a suo dire “mal vestito”.

E di solito, in queste esternazioni fuori dal suo campo di competenza, è là dove il Ministro casca di più: è questo il caso del post sulle manifestazioni di ieri per Gaza.

Il post di Lollobrigida sulle manifestazioni

Ieri, 22 settembre, decine di migliaia di persone (50mila solo a Bologna, dove si è tenuta la manifestazione più partecipata) sono scese in piazza per dimostrare il loro dissenso. O il loro sostegno, a seconda del punto di vista. Insomma: per manifestare. E questo, in un Paese che talvolta sembra essere addormentato, e che anche questa volta ci ha impiegato un po’ prima di protestare, non può che essere un bene, indipendentemente da come la si pensi.

Ottanta cortei si sono svolti in tutta Italia, da Nord a Sud. Ottanta cortei gremiti di gente, bambini (gli stessi che a Gaza stanno morendo, di fame o di bombe), persone che erano lì per esprimere un’idea, in maniera pacifica. I cortei, nella maggior parte dei casi, si sono risolti così, una fiumana di gente in strada, qualche disagio (anche voluto e cercato, certo, è questo il senso di una protesta) al traffico e alla quotidianità e stop.

Viva Antonella Clerici, che per prima si espone in tv su Gaza: “non possiamo più tacere” Viva Antonella Clerici, che per prima si espone in tv su Gaza: “non possiamo più tacere”

A Milano, però, le cose sono andate diversamente: la stazione centrale è stata teatro di scontri tra polizia e manifestanti, e oggi le foto da post guerrilla urbana invadono i social. 50 agenti feriti nelle manifestazioni, dice il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. E subito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sceglie di concentrarsi su quello, su chi ha creato scompiglio, anziché ascoltare i tanti – tantissimi – che hanno manifestato in maniera pacifica. E così fa anche Lollobrigida, riuscendo – incredibilmente – a fare ancora peggio della sua superiore in grado.

Secondo Lollo, ieri “gran parte della sinistra italiana” ha pensato di risolvere la questione di Gaza “devastando stazioni e città, aggredendo le Forze dell’Ordine, impedendo lezioni nelle scuole come nelle Università”.

Difficile dire da dove cominciare, ma ci proveremo.

Far sembrare alcuni sporadici scontri, certamente una minoranza nel panorama delle ottanta (80!) manifestazioni organizzate in tutta Italia, un episodio di guerrilla urbana diffusa, che ha messo a ferro e fuoco le città, è semplicemente lontano dal vero.

Nella maggior parte dei casi, così come nella maggior parte delle città, nulla è successo, e questo è un fatto. Ed è l’esatto contrario di quello che afferma il Ministro Lollobrigida.

Poi.

Derubricare il dissenso manifestato ieri nelle piazze a una questione “della sinistra” significa essere colpevolmente miopi. La verità è che l’appoggio alla Palestina, in questo momento, arriva da più parti. Destra, sinistra, centro. Gente comune che si indigna (alleluja) per un massacro in atto. O vogliamo pensare che Enzo Iacchetti sia il nuovo Berlinguer?

Infine.

Mettere sullo stesso piano chi devasta le città e aggredisce le Forze dell’Ordine con chi – manifestando e scioperando – impedisce le lezioni nelle scuole non è solo sbagliato, è pure gravissimo. Perché lo sciopero, e dunque l’astensione organizzata dal lavoro che sì, causa disagi e crea disservizi, è e deve essere tutelato dalla legge, dalla Costituzione, dallo Stato, e pure dai suoi rappresentanti. Ed è bene che un Ministro della Repubblica se lo ricordi, e non tenti di equiparare chi sciopera con chi picchia, o chi distrugge.

Ora, Lollo, che ne pensa se ricominciamo a parlare di agricoltura?