Con lo spirito del “meglio tardi che mai”, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO, per gli amici), ha organizzato per la prima volta un incontro di respiro internazionale sul tema dell’influenza aviaria. Una tre giorni che riunisce attori del privato e del pubblico, dal settore dell’allevamento a quello della salute e della politica, per tracciare un sentiero comune da percorrere per far fronte alla rapida diffusione del virus ad alta patogenicità.
Un incontro mondiale per far fronte all’aviaria
L’influenza aviaria rappresenta da diversi anni una minaccia pandemica, che a partire dal 2020 ha dato il meglio di sé. Nell’ultimo anno, in particolare, abbiamo assistito al rapido diffondersi del virus da una specie all’altra (per l’esattezza su 83 specie di mammiferi diversi, essere umano compreso), con conseguenze catastrofiche per la salute, l’economia e la sicurezza alimentare.
L’H5N1 ha infatti già compiuto diversi salti di specie, infettando e uccidendo anche uomini e donne, come il bimbo di tre anni morto lo scorso marzo in Cambogia. D’altronde gli esperti ci avevano avvisati, invitando il mondo a prepararsi a una nuova pandemia. E, a onor del vero, anche la FAO si era data da fare, sottolineando la necessità di una sinergia internazionale tra pubblico e privato ed elaborando una strategia decennale per affrontare questa sfida globale.
Fra ieri e domani proprio la FAO ha riunito in un solo posto gli stessi attori che invitava alla collaborazione lo scorso marzo. L’Organizzazione ha messo in piedi in Brasile un evento di tre giorni dal titolo “Affrontare insieme l’influenza aviaria ad alta patogenicità”, manifestazione che riunisce figure dell’ambito politico, scientifico, produttivo e accademico. L’obiettivo è approfondire il contenuto della strategia di prevenzione e controllo già citata, facilitandone la comprensione e fornendo indicazioni concrete da mettere in pratica.