Era il 2020 quando Roland Mehrez Beainy decide di fare della sua passione un lavoro, trasformando il suo tifo sfegatato nei confronti di Donald Trump, che all’epoca si vedeva negare un secondo mandato da Joe Biden, in un ristorante: lo ha chiamato “Trump Burger”, rendendo subito chiarissimo a tutti che aria tirasse da quelle parti.
Siamo certi che l’esito delle ultime elezioni presidenziali USA sia stato fonte di giubilo per Beainy, ma forse gli ultimi sviluppi di cronaca potrebbero fargli cambiare idea: il ristoratore infatti si è ritrovato infatti nel mirino dell’ormai famigerata ICE, l’agenzia federale statunitense che ci occupa della sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione, che lo accusa di essere un immigrato illegale, e il rischio è che venga espulso dagli Stati Uniti.
La ICE non guarda in faccia nessuno
Nella ricostruzione che un portavoce della stesse ICE ha riscotruito per il Guardian, il problema risale al 2019 quando Beainy, cittadino libanese, entra nel paese con un visto da “visitatore non immigrante”, che gli avrebbe permesso di restare fino al 12 febbraio 2024: uno status che il futuro ristoratore avrebbe modificato richiedendo la cittadinanza dopo un matrimonio con una donna americana, ma secondo l’agenzia non sembrano esserci prove che la coppia abbia mai effettivamente convissuto, alimentando i sospetti di un’unione di semplice interesse.
La fin troppo zelante -e spesso brutale, soprattutto nei confronti di anziani, donne e bambini- attività dell’ICE sta attirando polemiche dagli osservatori di tutto il mondo, e gli agenti dell’agenzia non sembrano mostrare un occhio di riguardo nemmeno per i più ferventi supporter di Trump.
“Sotto questa amministrazione, la ICE è impegnata a ristabilire l’integrità del sistema di imimgrazione della nostra nazione, ritenendo responsabili coloro che entrano illegalmente nel paese o si trattengono oltre i loro termini di ammissione”, ha dichiarato l’agenzia, “e questo è vero a prescindere da quale ristorante tu possieda o da quale sia il tuo credo politico”. Il messaggio è chiarissimo.
Beainy è stato arrestato il 16 maggio, e il 13 giugno il giudice ha avviato le procedure per verificare la legalità del matrimonio con cui il ristoratore sostiene di aver ritenuto la cittadinanza e che, intervistato da una testata locale, afferma: “il 90% delle ca***te che dicono non è vera”.
Trump Burger aveva organizzato raccolte fondi e destinato parte dei profitti per sostenere la campagna elettorale del tycoon, cone Beainy che dichiarava: “mi piacerebbe molto avere la benedizione di Trump e che passasse di qua, speriamo che veda il locale”. In un modo o nell’altro, l’attenzione dell’amministrazione è stata attirata.