Il ristorante del compagno di Daniela Santanche è nei guai, già prima delle Olimpiadi

Lo storico ristorante di Cortina "El Camineto", che fu di Briatore, è nei guai per un abuso edilizio, e il comune ordina la demolizione.

Il ristorante del compagno di Daniela Santanche è nei guai, già prima delle Olimpiadi

Il Comune di Cortina d’Ampezzo ha emesso un’ordinanza di demolizione per alcune strutture realizzate presso lo storico ristorante El Camineto, locale situato in località Rumerlo e punto di riferimento per il turismo d’élite da oltre cinquant’anni. Il ristorante è attualmente gestito da Dimitri Kunz, compagno della ministra del Turismo Daniela Santanchè, e dall’oligarca kazaco Andrey Toporov, che hanno rilevato le quote precedentemente appartenute a Flavio Briatore.

Il provvedimento comunale non lascia spazio a interpretazioni, ordinando al legale rappresentante della società “la demolizione della terrazza di nuova costruzione, posizionata a sbalzo rispetto al prato in pendenza sottostante e delle due strutture in legno riportanti dei camini in metallo sul tetto”. Secondo gli uffici tecnici, l’intervento sarebbe stato realizzato senza le necessarie autorizzazioni paesaggistiche e urbanistiche.

Le irregolarità de “El Camineto”

santanché kunz cover

L’accertamento delle irregolarità è nato da una segnalazione dei carabinieri forestali di Cortina, che hanno descritto minuziosamente le opere contestate: “Si tratta di una ulteriore struttura rispetto alla terrazza esterna originaria, di fronte a questa, collegata con una scala metallica. La struttura di nuova costruzione, posizionata a sbalzo rispetto al prato in pendenza sottostante, chiusa ai lati da paratie trasparenti, risulta essere arredata da diversi tavoli e stufe aeree per esterno a fungo”. I controlli hanno inoltre evidenziato che “sul lato nord-est della struttura, sono state riscontrate due strutture in legno riportanti dei camini in metallo sul tetto”.

Nonostante la società avesse presentato una richiesta di autorizzazione per l’occupazione temporanea di suolo privato lo scorso 15 dicembre, l’istanza è stata giudicata carente degli elementi essenziali e non correttamente inoltrata allo sportello Suap. Non solo, la durata prevista dell’installazione superava i 120 giorni, rendendo obbligatoria un’autorizzazione paesaggistica che è risultata mancante. Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Cortina, Gianluca Lorenzi, spiegando la posizione dell’amministrazione: “Stiamo facendo il nostro lavoro. Quando emergono delle difformità, gli uffici tecnici chiedono le necessarie integrazioni e avviano gli atti amministrativi previsti, così da poter verificare che i lavori corrispondano ai progetti presentati”.

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Di parere leggermente diverso è l’ex sindaco e attuale consigliere Gianpietro Ghedina: “Tendenzialmente queste situazioni si innescano a catena. Non credo che ci sia stato un controllo diretto del Comune, ma che l’amministrazione sia stata chiamata a intervenire in seguito a una serie di segnalazioni”. Ghedina ha inoltre sottolineato l’attenzione mediatica che circonda la località: “Qualunque cosa succede qui, fa rumore”.

Prima della notifica del provvedimento, Dimitri Kunz aveva espresso sui social una difesa dell’imprenditoria locale, affermando che “Qui ci sono aziende che lavorano seriamente per far fare all’Italia la figura che merita alle Olimpiadi”. Tuttavia, dopo l’ordinanza, sia i titolari che la ministra Santanchè hanno scelto di non rilasciare ulteriori commenti ufficiali.

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Il caso di El Camineto non è isolato, ma si inserisce in un clima di intensi controlli pre-olimpici che hanno già colpito altre strutture note come lo Chalet Franz Kraler–Club Moritzino e il rifugio Scoiattoli. Ora la proprietà avrà 60 giorni di tempo per procedere al ripristino dello stato dei luoghi, con la possibilità di presentare un accertamento di compatibilità paesaggistica per le opere che potrebbero risultare sanabili. In alternativa, la società potrà scegliere di percorrere la via del ricorso amministrativo presso il Tar del Veneto o il Presidente della Repubblica.