Il Castello di Miramare, affacciato sul Golfo di Trieste e reso immortale dai versi delle Odi Barbare di Carducci, avrà un nuovo spazio ristorativo che accoglierà i molti visitatori che vogliano godere dell’incanto del luogo.
A gestire la futura caffetteria sarà niente meno che Illy, fresca vincitrice del bando, che ora ha un mese di tempo per presentare il progetto e tutta la documentazione relativa.
La futura caffetteria di Miramare
Non si sa ancora molto su come sarà il locale dell’azienda triestina in una location tanto prestigiosa: quello che è noto è che in quegli spazi si potranno anche organizzare eventi e manifestazioni culturali.
A selezionare Illy tra le cinque proposte pervenute è stata una commissione formata dall’architetto Tiziana Maffei, Direttore Generale della Reggia di Caserta e presidente e i due componenti dott. Roberto Vannata, Direttore del Servizio II – Direzione Generale Musei e la dott.ssa Marta Nardin, Funzionario Promozione e Comunicazione dello stesso Museo storico di Miramare, il tutto verbalizzato dall’avvocato Elisa Adamic.
La testata locale Trieste Prima si è messa in contatto con i vertici del parco Miramare, che hanno spiegato come ora a Illy abbia un mese di tempo per presentare un piano di gestione di almeno un anno, e una documentazione che includa assicurazioni, composizione del gruppo di lavoro impiegato e anche il calendario delle attività proposte, lavorando -in fase di progettazione- a stretto contatto con l’ente museo.
Illy si è lasciata alle spalle due importanti attori della ristorazione triestina: al secondo posto si è classificata la cordata di imprenditori del gruppo Bait’a, di cui fa parte anche la storica pasticceria La Perla, e al terzo posto troviamo un veterano della ristorazione della città come Bruno Vesnaver, figlio d’arte e patron dell’Antica Ghiacceretta, apprezzato ristorante di pesce a due passi da piazza Unità d’Italia.
Questo il commento di Miramare sulla vittoria di Illy: “la proposta avanzata da illycaffè S.p.A. è stata valutata dalla Commissione la migliore per articolazione dell’intervento, esperienze del soggetto,e sostenibilità economica”