Il neo presidente argentino reintroduce gli stipendi in natura

L'Argentina di Javier Milei ha fondamentalmente reintrodotto gli stipendi e i pagamenti in natura: al posto dei soldi, si potranno usare anche i beni alimentari.

Il neo presidente argentino reintroduce gli stipendi in natura

A quanti chilogrammi di carne si può parlare di ISEE alto? L’acronimo “RAL” starà anche a indicare il reddito annuale latteo? Siamo gli unici che a leggere “stipendi in natura” abbiamo immediatamente pensato ad altro? Queste, e molte altre, le domande che ci sorgono spontanee nell’apprendere che l’Argentina del neo presidente Javier Milei ha introdotto la possibilità di pagare i lavoratori  con derrate alimentari.

L’annuncio arriva direttamente da quella caoticissima vetrina che è X. Diana Mondino, ministra degli Affati Esteri dell’Argentina, ha raccolto la penna digitale per informare che sarebbe stato possibile erogare gli stipendi o altri pagamenti in Bitcoin o qualsiasi altra criptovaluta. Poi la precisazione che non ti aspetti: monete digitali, dicevamo, “o ancora chili di manzo e litri di latte”. Come scusi?

Tarallucci e vino

spesa scontrino

Via quelle espressioni sorprese – è tutto perfettamente legale e in linea con la nuova Argentina di Milei. Ci è ancora utile, in questo caso, l’intervento social di Diana Mondino, che ha per l’appunto citato la modifica apportata all’articolo 766 del codice civile argentino che governa gli obblighi del debitore.

In Argentina per la prima volta c’è un ristorante con due stelle Michelin In Argentina per la prima volta c’è un ristorante con due stelle Michelin

“Art. 766. – Obbligo del debitore” si legge nel post in questione. “Il debitore deve consegnare l’importo corrispondente nella valuta designata, indipendentemente dal fatto che la valuta abbia corso legale nella Repubblica o meno”. L’Argentina torna agli stipendi – o ai pagamenti, parlando in tono più generale – in natura, come accennato in apertura di articolo: latte e carne al posto dello ormai svalutatissimo peso argentino.

D’altro canto, battute a parte, è bene notare che la misura del governo Milei ha l’ambizione di tamponare, dove e come possibile, il tasso di inflazione nazionale abbondantemente fuori controllo. Solamente negli ultimi giorni il neo presidente dell’Argentina ha annunciato drastiche misure di privatizzazione, mentre il valore del peso argentino rispetto al dollaro si è pressoché dimezzato passando da 366 a 800, e innescando al contempo una brusca impennata dei prezzi per quanto concerne i beni importati.

In questa ottica, il ritorno agli stipendi in natura è una misura introdotta con l’evidente obiettivo di tutelare quanto possibile il reddito degli argentini, in modo da evitare che questi continuino a sanguinare potere di acquisto a causa della valuta nazionale in continua svalutazione.

D’altro canto, la misura non può che prestarsi a essere commentata con un poco di bonaria ironia – qualche comico internettiano ha già sottolineato come mangiarsi lo stipendio non sia mai stato così facile -: nel frattempo, non ci resta che tenere occhi puntati sull‘Argentina per valutare le conseguenze di questa scelta.