In Champagne erano cinquant’anni che non si vendemmiava così

L'annata 2025 è precoce e pressoché miracolosa. Niente gelo, niente malattie, e un'uva che matura a tutta velocità.

In Champagne erano cinquant’anni che non si vendemmiava così

Mai stata così precoce. O almeno, non lo era mai stata negli ultimi cinquant’anni. La vendemmia 2025 in Champagne, regione vitivinicola che ormai è un marchio di fabbrica, arriva prima del previsto. E ci arriva alla grande: senza malattie, senza problemi climatici, nella giusta quantità e grandezza degli acini. Sembra un miracolo, e per una volta i vignerons lavorano che è un piacere. E sono pronti a rimboccarsi le maniche per raccogliere il frutto (letteralmente) del loro lavoro a partire dal 25 agosto.

Miracolo climatico

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“Questa sarà nella top 3 delle annate più precoci, senza dubbio una delle più precoci negli ultimi cinquant’anni. C’è il potenziale per realizzare grandi vini. Un’annata senza malattie, senza gelo. Persino la grandine quest’anno ha danneggiato soltanto lo 0,8% della denominazione”. A parlare quasi rapito e decisamente sbigottito è Sébastien Debuisson, direttore qualità e sviluppo al Comité Champagne.

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Tutte le condizioni climatiche e di salute della vigna, compresi meteo e andamento delle temperature, sono state decisamente miracolose. “È una dinamica mai vista in Champagne. La vigna non ha avuto sete, e le temperature elevate di agosto ne hanno accelerato lo sviluppo. In media, gli acini hanno preso 0,35 gradi al giorno. È davvero eccezionale, e ci siamo resi conto di dover agire con tempestività”. Un andamento strabiliante che nemmeno la pioggia prevista per i prossimi giorni riuscirà ad alterare.

Così si è stabilito un calendario inusuale per la vendemmia 2025. Forbici alla mano a partire dal 25 agosto fino al 4 settembre, con vendemmie più tardive solo nella regione della Marne. Le prime potature partiranno da Montgueux dans l’Aube e dal terroir Vitryat. Per un’uva che “matura a tutta velocità”, il rendimento di quest’anno è fissato a novemila chili per ettaro. Si tratta della quantità massima consentita, paradossalmente un ribasso del 10% rispetto alla media. Ma con un’annata e un’uva così, va più che bene. Ora non resta che attendere il risultato, si spera altrettanto eccezionale, in bottiglia.