In Scozia stanno usando funghi e scarti del whisky per creare degli imballaggi

Funghi e whisky per creare gli imballaggi del domani: succede in Scozia, dove l'industria del whisky ha da tempo adottato un'interessante strategia di economia circolare.

In Scozia stanno usando funghi e scarti del whisky per creare degli imballaggi

La corsa al futuro passa anche e soprattutto attraverso il mondo degli imballaggi. Il nemico comune è la plastica, specie se monouso, e le vie per affrontarlo molteplici: c’è chi, ad esempio, opta per una più severa messa al bando, e chi invece usa funghi e scarti derivati dalla produzione di whisky per creare packaging compostabili.

Siamo in Scozia, e il nome del progetto è MycoPack. A muoverne le fila c’è l’Arbikie Distillery, insieme ai ricercatori dell’Edinburgh Napier University e dell’Università di Dundee: l’obiettivo, dicevamo, è di utilizzare mycelium (la struttura vegetativa dei funghi) e sottoprodotti della distillazione, come cereali esausti, per creare imballaggi leggeri, resistenti agli urti, ignifu(n)ghi e completamente compostabili. Ma come funziona?

Ma saranno commestibili?

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Uno sguardo alle norme operative: gli imballaggi sostenibili di cui sopra saranno utilizzati dagli amici di Arbikie Distillery come gift box o, più in generale, per custodire le proprie etichette. A oggi la distilleria produce vodka, gin e whisky utilizzando ingredienti coltivati ​​quasi esclusivamente in loco, come orzo, patate e piselli, e spera di diventare “la prima distilleria al mondo a impatto climatico positivo”. Insomma, l’ambizione non manca.

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Nel corso dei prossimi dieci mesi, il team concentrerà i propri sforzi sullo sviluppo di un “proof of concept”, svolgendo test sui materiali e sul design. Il progetto è finanziato da Scotland Beyond Net Zero, un’iniziativa che sostiene collaborazioni tra università scozzesi per accelerare la decarbonizzazione: MycoPack, di fatto, è uno degli undici progetti finanziati, con il programma che ha finora sostenuto progetti collaborativi con circa 300.000 sterline di finanziamenti iniziali.

L’entusiasmo attorno al progetto, com’è giusto che sia, è palpabile. Il Dottor Dongyang Sun, docente di ingegneria presso l’Università di Edimburgo Napier, ha sottolineato come il progetto rappresenti evidenti “vantaggi ambientali” e un importante passo in avanti “per la transizione a zero emissioni nette della Scozia”.

Non è un caso, d’altronde, che MycoPack sia venuto alla luce proprio in questo angolo di mondo. L’industria scozzese del whisky, spiega la Scotch Whisky Association, ha da tempo adottato un’ampia strategia orientata alla economia circolare e alla sostenibilità ambientale: i sottoprodotti come draff pot ale, ad esempio, vengono impiegati in digestori anaerobici per produrre energia o concimi organici.