Infiltrazioni criminali alle Olimpiadi di Cortina: tra le vittime anche uno chef stellato

La Direzione distrettuale antimafia di Venezia ha arrestato due fratelli vicini agli ambienti ultra laziali, che minacciavano politici e professionisti locali.

Infiltrazioni criminali alle Olimpiadi di Cortina: tra le vittime anche uno chef stellato

Mancano poco meno di 120 giorni ai Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina, e la Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Venezia, ha sgominato un tentativo di infiltrazione criminale nel tessuto economico e politico di Cortina d’Ampezzo, volto a monopolizzare lo spaccio di droga, il controllo dei locali della movida e, in ultimo, gli appalti per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.

Al centro dell’indagine, denominata “Reset”, e avviata nel giugno 2024, vi sono i fratelli romani Alvise e Leopoldo Cobianchi, arrestati con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Un terzo soggetto, amministratore di una società di schermatura con sede a Roma, è stato sottoposto a misura cautelare: tra le vittime anche uno storico ristoratore della zona, Graziano Prest, stellato dal 2002 nel suo ristorante Tivoli.

Malavita romana a Cortina

cortina cover

I fratelli Cobianchi, militanti nella frangia degli “irriducibili” degli ultras della Lazio e vantando rapporti con esponenti della criminalità romana, tra cui il defunto Fabrizio Piscitelli detto “Diabolik”, utilizzavano tali legami come monito e simbolo della propria caratura criminale. Si presentavano come “boss” della “malavita romana”, affermando: “noi siamo della malavita romana, questa cosa la risolviamo con le pistol”.

Le mire criminali si sono concentrate subito sulla politica locale: i Cobianchi sono accusati di concorso in estorsione tentata e aggravata ai danni di Stefano Ghezze, assessore con delega alla pianificazione urbanistica. Prima delle elezioni del giugno 2022, i fratelli fecero infatti pressioni su un dipendente di Ghezze, Alec Manaigo, costringendolo ad organizzare un incontro, e in quell’occasione, tra aprile e maggio 2022, proposero sostegno alla candidatura di Ghezze in cambio di favoreggiamenti per gli appalti legati alle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026.

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Ottenuta l’elezione di Ghezze, i Cobianchi lo minacciarono di ritorsioni in caso di mancato rispetto degli accordi: nelle chat, i fratelli facevano un resoconto dei lavori delegati alla società Simico, parlando del commissario straordinario e CEO Luigi Valerio Sant’Andrea, con l’intenzione di allargarsi nel tempo, partendo da piccoli appalti. Il giudice per le indagini preliminari ha rilevato un “vero e proprio programma finalizzato a condizionare i politici del luogo a favorirlo come imprenditore”.

I ristoratori e i locali colpiti

chalet tofane

La progressiva strategia criminale attuata dai fratelli Cobianchi mirava anche al controllo diretto e indiretto dei locali della movida ampezzana, imponendo con minacce e violenza l’organizzazione di eventi e l’ingaggio di personale compiacente (PR, DJ e buttafuori).

Tra le vittime figurano nomi noti come lo chef stellato Graziano Prest, titolare del ristorante Tivoli, e Kristian Casanova, entrambi gestori dello Chalet Tofane: dopo un evento durante il Capodanno 2021/2022, i Cobianchi avevano cercato di intimidire lo chef, costringendolo a organizzare gli eventi futuri solo con loro, e quando nella gestione dello chalet subentrò Luca Culot, anche lui fu oggetto di chiare minacce: “noi siamo quelli che da 30 anni decidono le sorti di ogni attività economica qui, leggiti i giornali e i report dell’antimafia”.

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Se non avesse accettato le condizioni, mantenendosi all’interno del sistema controllato dai criminali, sarebbe stato messo in condizioni di non lavorare, e minacce simili furono rivolte a Riccardo Checchin, ex gestore della discoteca Blu. Il caso più eclatante di violenza fisica ha riguardato Loris Osualdella, organizzatore di eventi per il rifugio Faloria, che nel 2024 fu portato in un bosco, colpito al viso e minacciato con una pistola. I Cobianchi gli intimarono: “per questa volta torni a casa sulle sue gambe”, ma da quel momento avrebbe dovuto chiedere a loro l’autorizzazione per organizzare eventi al Faloria.

La paura diffusa dai Cobianchi ha evidentemente sortito l’effetto voluto, e le vittime hanno denunciato solo dopo essere state convocate dai Carabinieri.

“Sappiamo che la fase pre-olimpica è sempre un periodo un po’ particolare e dispiace vedere che per questo il nostro territorio attragga persone che vogliono fare affari di stampo criminale, ma plaudo all’ottimo lavoro svolto dagli inquirenti che ha fatto sì che queste intenzioni venissero bloccate ancora prima che attecchissero sul territorio e questo ci dà serenità”, è stato il commento del sindaco di Cortina D’Ampezzo Gianluca Lorenzi.