Influenza aviaria, la Repubblica Ceca abbatte 750 mila galline da allevamento

L'influenza aviaria continua a terrorizzare l'Europa: in Repubblica Ceca sono state abbattute 750 mila galline in un allevamento.

Influenza aviaria, la Repubblica Ceca abbatte 750 mila galline da allevamento

L’influenza aviaria continua a imperversare nel Vecchio Continente: l’ultima, preoccupante segnalazione arriva dalla Repubblica Ceca, dove le autorità sanitarie locali hanno annunciato l’abbattimento di ben 750 mila galline presso un allevamento. La struttura, situata a circa 150 chilometri a ovest di Praga, aveva comunicato la presenza di un focolaio in uno dei suoi tre padiglioni appena una settimana fa: il personale veterinario è naturalmente intervenuto introducendo le tradizionali misure di sicurezza, che spaziano dai perimetri di monitoraggio ai sopracitati abbattimenti. È bene notare, infatti, che prima di ritenere necessario uccidere l’intera popolazione dell’allevamento le autorità veterinarie hanno tentato di “tamponare” la diffusione del morbo all’interno della struttura abbattendo “solo” i 220 mila pennuti presenti nel padiglione incriminato.

La diffusione del morbo e la decisione delle autorità sanitarie

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Una strategia, quella adottata dal personale veterinario intervenuto sul campo, che purtroppo si è rivelata insufficiente: l’Amministrazione Veterinaria Statale (SVS) della Repubblica Ceca ha infatti individuato, appena una manciata di giorni più tardi dall’inizio degli abbattimenti, un secondo focolaio nei padiglioni adiacenti al primo. Una scoperta che non ha tristemente lasciato scampo alle galline presenti: le linee d’azione parlano chiaro e non lasciano posto alla pietà – occorre procedere con l’abbattimento di tutti i volatili presenti in loco.

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“Nonostante le misure adottate e i nostri migliori sforzi” ha dichiarato l’SVS tramite una nota stampa “non è stato possibile impedire la diffusione della malattia tra il pollame situato negli altri capannoni, e pertanto l’intera popolazione dell’azienda colpita dovrà essere abbattuta”.

Quel che preoccupa in particolare le autorità sanitarie è che il focolaio in questione, che come abbiamo appena raccontato ha portato a esecuzione su vasta scala di pennuti e ingenti danni economici, è stato individuato in seguito all’entrata in vigore del divieto agli allevamenti all’aperto su tutto il territorio ceco; una misura introdotta proprio per tentare di ridurre quanto possibile la diffusione del morbo.

D’altronde potremmo dire la stessa cosa della Francia: i nostri cugini d’Oltralpe decisero di tenere i propri pennuti al chiuso già dalla metà dello scorso novembre nel tentativo di tamponare una ferita ormai aperta da tempo; ma anche in quel caso la misura, per quanto certamente virtuosa (e più etica e sostenibile dell’abbattimento di centinaia di migliaia di animali), ha finito per rivelarsi piuttosto inefficace. Pensiamo, a tal proposito, alle più recenti dichiarazioni del Ministro dell’Agricoltura francese: se la Francia si è infatti trovata a dover affrontare una delle peggiori ondate di influenza aviaria di sempre durante l’arco estivo, pare che la situazione sia destinata a peggiorare ulteriormente.