Kenya, il governo “dichiara guerra” agli uccelli che saccheggiano i raccolti

Il Kenya ha dichiarato guerra agli uccelli che stanno decimando i raccolti di grano e riso: l'arma scelta, però, è piuttosto discutibile.

Kenya, il governo “dichiara guerra” agli uccelli che saccheggiano i raccolti

Situazione decisamente delicata, quella in Kenya. La morsa della siccità, che sta stritolando da mesi il Paese e l’intera regione del Corno d’Africa, ha fondamentalmente decimato la quantità di erba autoctona, i cui semi rappresentano di fatto la principale fonte di cibo di quelea beccorosso, uccellino particolarmente diffuso nella fascia dell’Africa subsahariana che per riempire lo stomaco ha preso il vizio di invadere i campi di grano e di riso. Attualmente le autorità governative keniote hanno già contato circa 300 acri di risaie completamente distrutte, e le stime dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) indicano che un singolo esemplare è in grado di mangiare fino a 10 grammi di grano al giorno. Come accennato, la situazione è delicata, e il governo locale ha ritenuto opportuno dichiarare una vera e propria guerra agli uccelli.

Un’arma piuttosto discutibile

pesticidi

Insomma, gli uccellini saranno anche carini, ma l’obiettivo del governo locale è comprensibilmente quello di tutelare la sicurezza alimentare. Quel che è discutibile, semmai, è l’arma scelta per uccidere i 6 milioni di uccelli incriminati: si tratta del fention, un pesticida descritto dalla comunità scientifica come “tossico per l’uomo e per altri organismi”, e che di conseguenza rischia di contaminare l’ambiente e causare eventi di morte di massa di altri animali.

Pesticidi, la Francia è sotto accusa: ha esportato 7500 tonnellate di sostanze vietate Pesticidi, la Francia è sotto accusa: ha esportato 7500 tonnellate di sostanze vietate

“Sovente c’è una cattiva gestione del sito dopo l’irrorazione, aumentando così il rischio di morte per avvelenamento della fauna selvatica” ha spiegato a tal proposito Paul Gacheru, responsabile delle specie e dei siti presso Nature Kenya, un’affiliata locale di BirdLife International. “Bisognerebbe migliorare l’educazione, la consapevolezza e la pianificazione del controllo delle popolazioni di quelea”.

Più facile a dirsi che a farsi, però. Numeri alla mano, gli ornitologi sono certi che non ci sono abbastanza rapaci per opporsi radicalmente alle vaste colonie di quelea, e che al contempo non esistono soluzioni efficaci e rispettose dell’ambiente. Una situazione che, a sua volta, è stata causata dall’uso massiccio di pesticidi tossici che hanno severamente colpito le popolazioni locali di rapaci: “A oggi, in Kenya tutti i rapaci sono in pericolo” ha commentato Simon Thomsett, direttore del Kenya Bird of Prey Trust.

In altre parole, la comunità scientifica invita a prevenire prima di curare. “Se si potesse migliorare l’efficienza delle operazioni di controllo, allora si potrebbero ridurre le quantità di fention utilizzate” si legge in un rapporto preparato da Robert A Cheke dell’Università di Greenwich nel 2017, che raccomanda alternative all’uso della sostanza chimica per controllare la popolazione di quelea. “Un modo per migliorare l’efficienza delle strategie di controllo è rilevare la presenza di aree idonee alla riproduzione mediante immagini satellitari, in modo da poter concentrare gli sforzi in quei luoghi”.