La Cipolla bionda piatta di Drubiaglio è Presidio Slow Food

Dolce e digeribile - perfino con l'amaretto -, la Cipolla bionda piatta di Drubiaglio è il più recente Presidio Slow Food.

La Cipolla bionda piatta di Drubiaglio è Presidio Slow Food

La Dora Riparia come il Nilo, la Valle di Susa come la sua leggendaria valle, culla di una delle più avanzate civiltà della storia umana. Stiamo esagerando? Eppure, per parlare del più recente Presidio Slow Food, la Cipolla bionda piatta di Drubiaglio, il paragone è più che azzeccato: come infatti spiega Roberto Sambo, responsabile regionale dei Presìdi Slow Food, Drubiaglio è una frazione del più esteso comune di Avigliana, provincia di Torino, che di fatto sorge sulla sponda sinistra della Dora Riparia. Qui, fino a una cinquantina di anni fa, i campi venivano periodicamente “fertilizzati” dagli straripamenti del fiume, che arricchivano il suolo di limo – un po’ come, se ricordate le lezioni di storia delle elementari e delle medie, è accaduto lungo le sponde del Nilo.

Slow Food vertice

Terreni soffici e soprattutto fertili, dunque, in cui non è difficile pensare che già nell’antichità romana si coltivasse la cipolla: dopotutto, nella stessa Drubiaglio sono stati rinvenuti resti archeologici dell’antica Statio ad Fines Coti (una stazione adibita alla riscossione dei dazi, per intenderci), ed è quindi facile immaginare il fiorire di mircoeconomie locali fiorenti tra cui, perché no, quella della cipolla. Se c’è un qualcosa che la storia ci insegna, infatti, è che in genere solamente i prodotti più buoni, validi e soddisfacenti sono in grado di resistere all’avanzata del tempo – caratteristiche che la Cipolla bionda piatta conserva tuttora. “Io la chiamo la cipolla delle due D, nel senso che è dolce e digeribile” commenta a tal proposito Antonella Doni, referente Slow Food del Presidio e promotrice del progetto. Talmente dolce, di fatto, che sovente nelle ricette locali viene impastata con l’amaretto.

Progetto che, di fatto, vedeva la cipolla in questione abitare già da tempo l’orbita Slow Food grazie al registro dell’Arca del Gusto, dove figurano i prodotti e le tradizioni gastronomiche a rischio scomparsa. “Finalmente siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo che questa amministrazione si era prefissata già prima della pandemia di Covid-19” ha commentato Fiorenza Arisio, assessore all’Agricoltura del Comune di Avigliana. “Creare un Presidio Slow Food è un’ottima occasione per poter promuovere un’agricoltura più sana, perché rispettosa del territorio e priva di pesticidi. E poi c’è il tema del consumo di acqua: le risorse idriche saranno sempre più scarse e il fatto di poter coltivare prodotti che non necessitano di tanta acqua, come invece richiede il mais, è un aspetto importante da tenere in considerazione”.