La dieta chetogenica del Pentagono per avere soldati più forti

La dieta chetogenica del Pentagono per avere soldati più forti

Pare che il Pentagono abbia deciso di puntare sulla controversa dieta chetogenica (basata sostanzialmente sulla riduzione dei carboidrati) per rafforzare i propri soldati e avere a disposizione “guerrieri sempre più letali”.

Ad affermarlo è il Washington Times, che afferma che i funzionari del Pentagono si affidano a ricerche che dimostrano che i corpi umani in chetosi possono rimanere sott’acqua per periodi più lunghi, e in generale avere maggiore resistenza in attività militari.
“Uno degli effetti dell’esserein chetosi è che cambia il modo in cui il tuo corpo gestisce la privazione dell’ossigeno, così è possibile rimanere sott’acqua a profondità maggiori per periodi di tempo più lunghi e non entrare in crisi di ossigeno”, ha affermato Lisa Sanders , direttore di scienza e tecnologia al comando delle operazioni speciali degli Stati Uniti. Il problema è che al momento le autorità non possono obbligare i soldati a seguire una particolare dieta, soprattutto una su cui si sollevano molte perplessità, con diverse voci che sostengono che possa essere molto dannoso eliminare del tutto il consumo di carboidrati.
Questo è solo l’ultimo degli esempi del grande dibattito che sta affrontando il Pentagono, relativo alla possibilità di ordinare regimi dietetici ai propri soldati, con il solo scopo di aumentarne le prestazioni militari. Fino a che punto è lecito limitare le proprie libertà di scelta in fatto di alimentazione? E fino a che punto è giusto anteporre gli obiettivi alla salute dei soldati? Sono solo alcune delle domande che l’America si pone a riguardo. “Dal mio punto di vista, è una rimozione del libero arbitrio da una delle più basilari funzioni biologiche: mangiare e consumare energia”, ha detto a riguardo E. Paul Zehr, neuroscienziato e studioso di ricerca biomedica all’Università canadese di Victoria.”Gli esseri biologici non sono automi o macchine. Non puoi semplicemente tentare di ottimizzare una cosa…esistono degli equilibri da rispettare.”

[Fonte: Washington Times]