La Russia è a corto di patate: l’ammissione di Putin

Le patate hanno subito rincari del +166%, e il governo di Vladimir Putin cerca soluzioni tra i paesi amici.

La Russia è a corto di patate: l’ammissione di Putin

È da quando è iniziato il conflitto con l’Ucraina e le relative sanzioni contro la Russia che gli osservatori internazionali ne annunciano la crisi economica, e la nazione guidata da Vladimir Putin si è dimostrata molto più resistente di quanto previsto.

A tre anni dall’inizio del conflitto però qualche problema inizia ad emergere, tanto da costringere lo stesso Putin ad ammetterli: come riportato dal Moscow Times, in un incontro televisivo il presidente russo ha dichiarato, dopo aver “incontrato rappresentanti dei vari settori, inclusa l’agricoltura”, che “a quanto pare non abbiamo abbastanza patate”.

Il problema delle patate in Russia

Borscht

Le patate, fondamentali nell’alimentazione del popolo russo che le definisce anche “secondo pane”, sono la referenza più rappresentativa di rincari diffusi su tutti gli ortaggi, che ha portato il cosiddetto “indice Borscht”, l’insieme dei prezzi degli ingredienti della diffusissima zuppa esteuropea, a livelli mai visti.

I tuberi hanno visto aumenti del 92% nel 2024, e a maggio di quest’anno il rincaro anno su anno è stato del 166,5%, battendo per due anni di fila il record di questo indicatore: si parla di 100 rubli al chilo, qualcosa in più di un euro, laddove la pensione media è di 20 mila rubli, poco più di 200 euro.

Proseguendo nei prodotti dell’indice Borscht, i dati dell’Agenzia federale russa per le statistiche (Rosstat) evidenziano un +87,2% anno su anno in maggio delle cipolle, anche loro a quasi un euro al chilo, un aumento del 56,8% sul cavolo, e rincari anche su barbabietole (+11,9%) e pomodori (+1,2%).

La Russia valuta un aumento dei dazi sul vino del 200%: che significa per l’Italia? La Russia valuta un aumento dei dazi sul vino del 200%: che significa per l’Italia?

Per risolvere il problema, Putin si è rivolto al fedelissimo Alexander Lukashenko, presidente bielorusso, che, pur avendo problemi molto simili, ha comunque agito interrompendo le sanzioni per l’import di prodotti dall’Europa, per aiutare la Russia e poter continuare a sperare nella fornitura dei temibili missili Oreshnik, e anche il governo di Mosca ha autorizzato l’importazione duty-free di patate da paesi amici.

Alcune autorità regionali hanno poi preso iniziative personali, come il governatore della regione del Kaliningrad Alexei Besprozvannykh, che ha vietato l’esportazione di patate dalla regione.

I fattori scatenanti di questa crisi sono molteplici: tre anni di economia di guerra, cambiamenti climatici che hanno danneggiato i raccolti con gelate fuori stagione e siccità, i prezzi ai minimi storici di gas e petrolio, tutte problematiche che, secondo gli osservatori, non lasciano presagire un miglioramento della situazione per il popolo russo, a meno che non si concretizzi un cessate il fuoco entro il secondo trimestre di quest’anno.