La Russia ha colpito i depositi di grano sul Danubio: perse 13 mila tonnellate

La Russia ha sferrato un attacco con droni per colpire alcuni depositi di grano ucraino sul Danubio: 13 mila tonnellate sono andate perse.

La Russia ha colpito i depositi di grano sul Danubio: perse 13 mila tonnellate

Un colpo al buio per alimentare quella che, per certi versi, potremmo ormai definire la guerra del grano. Stando a quanto segnalato dalle autorità governative ucraine, durante la scorsa notte la Russia ha sferrato un attacco con alcuni droni per colpire gli impianti di lavorazione e i depositi di grano situati presso il porto di Izmail, sulle rive del Danubio. La lettura dei funzionari di Kiev, naturalmente, lascia poco spazio ai dubbi: l’attacco è stato definito come un “tentativo sistematico da parte di Mosca di impedire all’Ucraina di esportare il grano nel resto del mondo”.

La Russia colpisce i depositi di grano: tutti i dettagli dell’attacco

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A onore del vero si tratta, come abbiamo brevemente accennato in apertura di articolo, del più recente capitolo di un lungo braccio di ferro a tema cerealicolo: i nostri lettori più attenti ricorderanno senza ombra di dubbio di come, ad appena una manciata di giorni dall’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina, i prezzi del grano in particolare – poi seguiti da numerosi altri prodotti, olio di girasole in primis – presero a impennarsi a causa del “congelamento” del flusso in export ucraino, uno dei principali e più importanti al mondo.

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Nei mesi che hanno seguito l’invasione i due Paesi riuscirono a mediare un accordo per la ripresa delle esportazioni attraverso il Mar Nero, ma poco più di un mese fa la Russia decise di interrompere l’accordo paralizzando, ancora una volta, le spedizioni di grano ucraino.

Ma torniamo a noi e all’attacco notturno ai depositi di grano sul Danubio – stando a quanto dichiarato dal vice primo ministro Oleksandr Kubrakov la capacità di esportazione del porto è stata ridotta del 15%, con 13 mila tonnellate di cereale andate letteralmente in fumo.

Pare che, oltre al sopracitato porto di Izmail, l’attacco russo abbia anche colpito alcuni impianti nella regione di Odessa, che si affaccia invece sul Mar Nero. Numeri alla mano, si tratta dell’ottava ondata di attacchi alle infrastrutture portuali ucraine da quanto la Russia ha deciso di abbandonare il sopracitato accordo per l’export.

Il grano distrutto, ha spiegato Kubrakov, sarebbe stato destinato all’Egitto e alla Romania. La Russia sta sistematicamente colpendo silos e magazzini di grano per fermare le esportazioni agricole”, ha poi commentato. Prima che la Russia si ritirasse dall’accordo, i porti ucraini sul Danubio rappresentavano circa un quarto delle esportazioni di grano ucraino complessive: tra le conseguenze dell’attacco, si attende un ulteriore (l’ennesimo) aumento dei prezzi del grano nel mercato internazionale.