Latte sintetico: la più grande fabbrica al mondo apre in Danimarca, e Filiera Italia reagisce duramente

La più grande fabbrica di latte sintetico al mondo aprirà in Danimarca, e Filiera Italia vi si schiera apertamente contro.

Latte sintetico: la più grande fabbrica al mondo apre in Danimarca, e Filiera Italia reagisce duramente

La più grande fabbrica di latte sintetico al mondo aprirà in Danimarca sotto il segno di Remilk, una startup israeliana che ha recentemente raccolto circa 120 milioni di dollari di capitale di investimento: importante notare che non si tratta di un sostituto vegano alla più classica alternativa animale, ma un prodotto creato appositamente in laboratorio che di fatto scavalca la necessità degli allevamenti di animali. Stando a quanto dichiarato dalla stessa azienda, si tratta di un’occasione per “reinventare la nostra industria lattiero-casearia in modo sostenibile”.

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“Eliminare la necessità di animali nel nostro sistema alimentare è l’unico modo per soddisfare la crescente domanda del nostro mondo senza distruggerlo nel processo” ha commentato a tal proposito Aviv Wolff, CEO e fondatore di Remilk. Una linea d’azione che, per quanto virtuosa, non incontra per ovvie ragioni il favore di Filiera Italia, che punta il dito all’apertura dello stabilimento di cui sopra descrivendolo come “un pericolosissimo ulteriore step in avanti da parte di chi vuole distruggere ogni legame del cibo con la produzione agricola, con i diversi territori, cancellando ogni distintività culturale spesso millenaria nell’alimentazione umana e proponendo un unica dieta omologata e mondiale”. Insomma, si tratterebbe di una carne in provetta 2.0 – e la stessa Filiera Italia si dice basita che nessuno degli enti di controllo abbia valutato scientificamente l’impatto sull’ambiente dei bioreattori necessari alla realizzazione di questi prodotti, e sottolinea come “nessuno ha ancora fatto uno studio adeguato degli effetti che provocherà sull’organismo umano” il consumo di alimenti di questo tipo.

“Carne e latte di sintesi sono solo i primi prodotti a cui seguiranno tanti altri alimenti se il mondo regolatorio e politico assisterà passivamente alla loro affermazione senza valutarne i rischi” ha commentato a tal proposito Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia. “Intendiamo usare una parte importante dei finanziamenti del nostro PNRR per rendere sempre più sostenibile il nostro modello di produzione zootecnica già distintivo in tal senso, ma senza scorciatoie e salti nel buio che ci esporrebbero a rischi enormi e purtroppo sottovalutati”.