Le nuove generazioni bevono o no? E sopratutto, in che modo e in che quantità? La domanda nasce spontanea dopo il recente e di certo non isolato caso di dieci adoelscenti, tra i 13 e 16 anni, finiti in coma etilico dopo una serata di festa senza freni. Il binge drinking, ovvero l’assunzione di una quantità smodata di alcol in un breve lasso di tempo, si contrappone alle tendenze contrarie che osserviamo tra le giovani generazioni, come l’allontanamento dal vino, o la scelta di bere “a strisce di zebra” (zebra striping), alternando momenti di consumo di bevande alcoliche ad occasioni in cui si predilige il no e low alcol. Dove sta la verità?
La dicotomia dell’alcol tra i giovani
I pronto soccorso dello Stivale registrano ogni anno 39.000 accessi per eccessivo consumo di alcol, e il 10% di questi riguardano i minori di 14 anni. Un dato che ci porta a interrogarci sulla dicotomia che vede, da una parte, le nuove generazioni allontanarsi dall’alcol, e, dall’altra, un consumo smodato di nettari vari ed eventuali da parte proprio dei giovanissimi.
Per tornare alla domanda di partenza, quindi, esistono più risposte, e probabilmente lo stesso termine “nuove generazioni” è troppo ampio per inquadrare fasce di età in realtà parecchio diverse. Prendiamo il recente caso dei dieci adolescenti finiti in ospedale in coma etilico; i ragazzi rientrano a pieno titolo tra gli 80.000 individui nella fascia 11-17 anni definiti come binge drinker, per la loro tendenza a bere una grande quantità di alcol in un lasso di tempo ristretto (ovvero il tempo di una festa).
A spostarsi verso uno stile di consumo più moderato, o alternato a occasioni di sobrietà in cui si opta per bevande no/low, è una buona fetta di giovani, sì, ma non di giovanissimi. Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol, evidenzia poi un aspetto cruciale nella prevenzione e nella gestione delle problematiche legate all’alcol: “La maggior parte dei ragazzi intossicati non viene riferito all’attenzione di un intervento medico in ospedale per paura degli amici o vergogna dei genitori, un comportamento che può pregiudicare l’esito del recupero”.