Non si può certo accusare il nostro ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste di non prendere sul serio la sua attività di promotore della qualità del made in Italy e di strenuo difensore dei diritti degli agricoltori.
Dalla Sicilia agli Stati Uniti, Francesco Lollobrigida incontra omologhi e presenzia a fiere di settore, convegni, appuntamenti, ma l’agricoltura italiana reclama la sua (e quella di tutti) attenzione in un’estate, ormai l’ennesima, in cui il clima estremo sta mostrando tutte le fragilità di un sistema che richiede interventi drastici e immediati.
Il Grand Tour di Lollobrigida
Sulle testate di settore, ma non solo, le notizie di raccolti distrutti dal caldo torrido non si contano più: la più recente, al momento, viene dalla Maremma, dove un’intera produzione di meloni è stata bruciata dal sole, nel senso più letterale del termine.
Troppi giorni di temperature sopra i 35 gradi hanno resto invendibile il raccolto, bruciato o con la buccia spaccata dal caldo, e Coldiretti Grosseto parla ormai di un’emergenza che sta coinvolgendo anche altre produzioni ortofrutticole come angurie, pomodori, pesche, melanzane e susine.
Nel frattempo Lollobrigida è ad Agrigento, per il Congresso di Assoenologi, e poi insieme al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, a sottoscrivere con la sua omologa francese Annie Genevard un accordo di scambi culturali tra gli studenti di agraria: almeno i futuri agronomi d’Oltralpe sapranno come non affrontare emergenze climatiche e siccità.
Gli impegni proseguono poi serratissimi all’estero: a New York inaugura il Fancy Food, importante fiera di settore dove l’Italia presenzia con una nutrita compagine di 300 aziende, in un numeroso padiglione internazionale, che Lollobrigida ha voluto inaugurare non da solo, ma facendosi accompagnare dal “divin codino”, Roberto Baggio.
Evento a cui è seguito l’incontro con la segretaria statunitense all’agricoltura Brooke Rollins, con cui ha “stabilito di formalizzare un tavolo di lavoro che si riunirà prima dell’estate e che valuti ogni possibile opportunità per migliorare il nostro rapporto commerciale”.
Tutto questo mentre Legambiente diffonde il suo report “Città clima: speciale agricoltura”, i cui numeri sono decisamente allarmanti: negli ultimi nove anni, si sono registrati 146 eventi meteorologici estremi che hanno portato danni all’agricoltura. 64 grandinate, 31 siccità prolungate, 24 tempeste di vento o trombe d’aria, 15 allagamenti dovuti a piogge intense, 10 esondazioni fluviali.
Il Piemonte è la regione che ha subito più di 20 eventi disastrosi, seguita da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (14 ciascuno), Sardegna (11), mentre le colture colpite sono state soprattutto cereali, cavolfiore, soia, pere, ciliegie e i prodotti che hanno subito il contraccolpo maggiore, e relativi aumenti dei prezzi, sono stati olio d’oliva, vino, miele e mais.
Non si può certo dire che il ministro Lollobrigida non si stia dando da fare, ma forse le sue attenzioni non andrebbero rivolte ai grand tour in giro per l’Italia e per il mondo ma alla situazione d’emergenza in cui versa l’agricoltura italiana, e non solo da quest’estate.