L’etichetta “provoca il cancro” sulla carne non sempre funzionerebbe, dice uno studio

Uno studio scientifico ha esaminato gli effetti che avrebbe sul pubblico l'inserimento di etichette come "provoca il cancro" e "nuoce alla salute" sulla carne.

L’etichetta “provoca il cancro” sulla carne non sempre funzionerebbe, dice uno studio

“Nuoce alla salute” e “provoca il cancro”: la carne come le sigarette? Per il momento quella di apporre etichette con scritte che spaventano, magari corredate da immagini choc, è solo un’idea. Ma un’idea che è stata presa in considerazione: d’altra parte ridurre il consumo di carne, nel mondo occidentale eccessivo, è un obiettivo che tutte le istituzioni sanitarie si pongono, dati i danni che l’abuso di carne rossa provoca sia a livello individuale che ambientale. Uno studio allora ha provato a simulare cosa succederebbe se effettivamente queste etichette fosse apposte, e la risposta non è univoca.

Ecco come viene introdotta la questione: “La classificazione della carne rossa come “probabilmente cancerogena” e della carne processata come “cancerogena” è stata seguita da richieste di apporre etichette di avvertenza, simili a quelle utilizzate per i prodotti del tabacco, sui prodotti a base di carne. Queste etichette educano le persone sui rischi per la salute associati al comportamento, e sono tipicamente accompagnate da immagini che suscitano disgusto (ad esempio, una foto di polmoni anneriti). Sebbene si sia dimostrato che l’emozione del disgusto è uno strumento efficace per influenzare l’atteggiamento dei consumatori nei confronti della carne, non è chiaro se tali etichette di avvertimento grafiche che fanno leva sul disgusto possano influenzare anche le intenzioni delle persone di ridurre il consumo di carne.

carne

Due esperimenti rivelano che le etichette grafiche di avvertimento possono aumentare l’intenzione delle persone di ridurre i loro attuali livelli di consumo di carne. Tuttavia, suscitando disgusto, le etichette possono contemporaneamente innescare la reazione contraria: le immagini grafiche possono far sentire le persone manipolate, diminuendo così paradossalmente le intenzioni di riduzione della carne. In un esperimento finale, abbiamo mirato a eludere la reazione fornendo informazioni disgustose sotto forma di curiosità, evitando così la percezione che le informazioni disgustose fossero destinate a manipolare. Attraverso questa strada, il disgusto diventa un potente strumento per influenzare le intenzioni dei consumatori di consumare carne”.