L’ex braccio destro di Gordon Ramsay chiude il suo locale: “Era troppo difficile”

Mark Anderson ha aperto il The Ruddington Arms 12 anni fa, e da dieci è sulla Guida Michelin. La decisione di chiudere, però, è inappellabile.

L’ex braccio destro di Gordon Ramsay chiude il suo locale: “Era troppo difficile”

Il The Ruddington Arms ha vissuto per dodici anni, ma sono stati gli ultimi tre a spezzargli la schiena. Parola di Mark Anderson, chef e proprietario ed ex sous chef di Gordon Ramsay al Teatro Restaurant and Club, che nelle ultime ore ha annunciato la chiusura definitiva del locale.

La notizia, com’è ormai consuetudine, è stata affidata alla vetrina dei social ed è poi rimbalzata sulle testate di settore e non. Il The Sun, celeberrimo tabloid d’Oltremanica, ha intervistato Anderson per capire motivazioni, sentimenti e pensieri dietro la decisione di tirare giù una volta per tutte la serranda.

Come mai Anderson ha chiuso il suo locale?

The Ruddington Arms

L’insegna nostra protagonista sorgeva nel Nottinghamshire, ed era un pub forte di una ottima reputazione per la qualità del cibo – tanto da figurare come presenza fissa tra i locali raccomandati dalla Guida Michelin fin dall’ormai lontano 2015. Non sono bastate le citazioni sgommate, tuttavia, a invertire la rotta: l’ultimo triennio è stato logorante “mentalmente, fisicamente e finanziariamente”, ha spiegato lo stesso Anderson.

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Il grande spartiacque, l’avrete intuito, è il pugno di ferro del Covid – o meglio ancora, le sue immediate e più longeve conseguenze. “Dopo la pandemia abbamo ridimensionato la nostra attività e ci siamo indebitati per cercare di trovare una vita d’uscita” hanno spiegato i coniugi Anderson. L’effetto è stato quello della valanga. “Purtroppo il debito che abbiamo accumulato non è più saldabile, e non possiamo più continuare”.

I nostri hanno l’umiltà necessaria ad ammettere di avere sbagliato, ma anche l’orgoglio di perseverare con etica, sostenendo fornitori e personale del posto e restituendo come e quanto possibile alla comunità che hanno abitato per dodici anni. “Vogliamo anche chiarire” spiegano poi ” che tutto il personale e i fornitori saranno pagati integralmente”.

Sui social è un plebiscito di solidarietà. “Sono davvero scioccato da questa notizia”, ha scritto un utente. “Avete sempre lavorato duramente, e avete creato un pub con cibo delizioso e un’atmosfera fantastica”. Un secondo li rassicura: non c’è di recriminarsi quando il fallimento è legato a fattori esterni così violenti e imprevedibili.