C’è un nuovo evento “sportivo” che sarà occasione di tifo per gli appassionati di Giappone e, in particolare, di sushi: parliamo della Italy Sushi Cup, la cui prima edizione il 28 maggio a Vercelli, organizzata due enti autorevoli come l’AIRG – Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi e il World Sushi Skill Institute (WSSI).
Ad essere incoronato per la prima volta miglior sushiman d’Italia è Gianni Fernando, nome italianizzato di Kurukulasuriya Shehan Laksha Fernando, itamae di 28 anni di origine cingalese che vive in Italia dal 2013, ha lavorato in molto ristoranti giapponesi della città in cui risiede, Napoli, e al momento opera in qualità di consulente presso il Gome di Chessy, in Francia.
La World Sushi Cup
Questa vittoria permetterà a Fernando di volare a Tokyo il prossimo agosto per partecipare alla World Sushi Cup, competizione giunta ormai alla sua dodicesima edizione.
L’Italia dimostra finalmente di potersi confrontare sul sushi anche a livello internazionale, e può partecipare al torneo grazie all’operato dell’AIRG in collaborazione con WSSI e con il patrocinio di Consolato generale del Giappone di Milano, Regione Piemonte, Provincia di Vercelli, Città di Vercelli e Japan external trade organization, ente governativo che promuove gli scambi tra il Giappone e il resto del mondo.
Per aggiudicarsi il premio, gli otto finalisti sono stati giudicati su tecnica, creatività personale, conoscenze degli stili tradizionali e rispetto delle norme igienico sanitarie.
Partendo da una serie di ingredienti base forniti dall’organizzazione (tonno, salmone, branzino, riso, alga nori, zenzero, wasabi e foglie di bambù) e potendosi portare altre materie prime in base alle ricette personali, gli aspiranti migliori sushiman d’Italia si sono confrontati in cinque prove.
Katsuramuki, la pulizia e il taglio del daikon in un unico foglio di almeno un metro di lunghezza e dodici centimetri d’altezza, da usare poi, tagliato finissimo, nelle prove seguenti; Sanmai Oroshi, la sfilettatura giapponese tradizionale del pesce, in cui si valuta tecnica, taglio ma anche pulizia della postazione; Sashimi Moriawase, la preparazione e presentazione di 12-18 fette di sashimi, usando i quattro stili di taglio classici (Hikizukuri, Hirazukuri, Sogizukuri, Usuzukuri); Edomae Sushi, la preparazione in 40 minuti di 35 pezzi di sushi in stile edomae, che noi conosciamo meglio come nigiri; infine il sushi creativo, prova di 60 minuti in cui sono stati preparati almeno 35 pezzi.
A completare il podio sono il secondo classificato Clayton Kawamura, professionista di origini nippo-brasiliane, e consulente nel trevigiano, e la medaglia d’argento John Pahilanag, calabrese nato nelle Filippine e grande appassionato di gastronomia giapponese, sushiman del ristorante Tipanan di Catanzaro.