Livorno: il ristorante del cartello anti-disabili era già “famoso” su Tripadvisor

Il ristorante di Livorno che ha affisso il famigerato cartello offensivo contro i disabili era già noto su Tripdadvisor per le recensioni negative degli utenti.

Livorno: il ristorante del cartello anti-disabili era già “famoso” su Tripadvisor

A quanto pare, il ristorante a Livorno del cartello anti-disabili era già “famoso” su Tripadvisor per i commenti negativi dei clienti. Il locale, che ha scatenato una bufera sui social e non solo per aver strumentalizzato la condizione di disabilità, ha il vizio dell’insulto facile nei confronti degli utenti scontenti del servizio. Una scelta singolare per la propria reputation online e che, evidentemente, non influiva sulle entrate di uno dei locali più alla moda di Livorno.

Un bon ton social inesistente, ma in primis un garbo umano pari allo zero, di fronte a commenti come: “Una recensione fatta da chi viene nel nostro locale e mangia la pasta al pesto – scrive – vuol dire che sei peggio di un codice 104. Oh allezzito, ma se fino a ieri mangiavi nei bussoli”. Questa risposta è stata data a un ragazzo che si lamentava del fatto che sul vestito della fidanzata avessero versato del vino. E, ancora, a un cliente che definiva immangiabili i tagliolini agli scampi lamentandosi pure del prezzo, il responsabile delle relazioni esterne del locale incalzava: “Era già troppo tempo che non rispondevo a un codice 104. Mi dici un po’ ‘na cosa: se non ti s’era accontentato la prima volta, ma la seconda chi ti ci ha chiamato?”.

La Stuzzicheria di mare, da parte sua, continua a scusarsi per il post. “Non volevamo offendere nessuno con questa lettera – si legge – ma volevamo rivolgerci alle persone in particolare che purtroppo ci stanno mettendo i bastoni fra le ruote sin dal primo giorno in cui abbiamo aperto e che tra segnalazioni ed esposti ci fanno arrivare, quotidianamente, dei controlli che purtroppo per loro sono vani, dato che ogni cosa dentro il nostro locale è stata prima approvata in Comune e poi fatta. Con questo non proviamo a giustificarci, ma chiedo umilmente scusa a chi, giustamente, si sente preso in causa per le nostre parole. Scusate ancora”.

Fonte: Il Tirreno