L’Olanda vuole ridurre di un terzo gli animali allevati

Il governo olandese ha presentato un piano da 25 miliardi di euro per ridurre significativamente i capi di bestiame allevati.

L’Olanda vuole ridurre di un terzo gli animali allevati

L’Olanda ha un piano da 25 miliardi di euro per ridurre di circa un terzo il numero di animali allevati nel paese. Cercare di ridurre i livelli di inquinamento da azoto nel paese era da tempo nelle intenzioni del paese: ora c’è un accordo, dopo che si è installato il nuovo governo di coalizione nei Paesi Bassi. Ma il piano non piace agli allevatori che sono scesi in piazza per bloccare misure troppo severe che avrebbero, a loro dire, ripercussioni non solo sul loro lavoro ma su tutta la produzione alimentare.

“Sono un proprietario terriero, quindi una domanda cruciale è se al governo è permesso espellere gli agricoltori dalla terra. Non può essere L’Aia a dire agli agricoltori che devono andarsene, è necessario un accordo”. Pur essendo noti a livello internazionale come il “piccolo paese che nutre il mondo” e il più grande esportatore di carne del continente, i Paesi Bassi lottano con una crisi ambientale causata da un eccesso di animali da allevamento.

pollo polli allevamento intensivo

Il paese ha la più alta densità di bestiame in Europa – più di quattro volte quella del Regno Unito o della Francia – con oltre 100 milioni di bovini, polli e maiali in totale. Gli animali producono letame che, mescolato con l’urina, rilascia ammoniaca, un composto azotato. Se entra nei laghi e nei torrenti attraverso il deflusso delle aziende agricole, l’azoto eccessivo può danneggiare gli habitat naturali sensibili.

Il piano, di 13 anni, prevede il pagamento di alcuni allevatori olandesi per il trasferimento o l’uscita dal settore e l’aiuto ad altri per la transizione a metodi di allevamento più estensivi (anziché intensivi), con meno animali e una superficie più ampia di terra. Inizierà come un programma volontario, con un compenso offerto agli allevatori che hanno chiesto di andarsene, ma non si escludono poi misure più drastiche, anche se nessuno vorrebbe arrivare all’obbligo.