C’è un limite all’aiuto umanitario che un’ONG può offrire, e quel limite è spesso psoto dali giochi politici. Così l’ONG di chef José Andrés, World Central Kitchen (WCK) – da sempre impegnata per distribuire cibo in zone colpite dalle guerre o da calamità naturali – ha dovuto mettere un freno al lavoro a Gaza. A deciderlo è stato il governo israeliano, con il suo divieto di accesso di aiuti umanitari; e WCK ha esaurito le scorte sul territorio.
Scorte in attesa
Ucraina, Porto Rico, Stati Uniti: dove c’è un uragano, un terremoto, un conflitto, arrivano i fornelli di chef Andrés, che ha iniziato a fornire aiuti alimentari nel 2010 ad Haiti. Il team della sua associazione, la World Central Kitchen, non si è mai arreso, neanche dopo l’uccisione di sette membri dello staff, proprio nella Striscia di Gaza.
Ora, però, si palesano ostacoli più grandi di loro. Il blocco dell’accesso di aiuti umanitari imposto da Israele impedisce di portare nuove scorte in Palestina, e quelle precedenti sono ormai tutte esaurite.
“Dopo aver servito più di 130 milioni di pasti in totale e 26 milioni di pagnotte di pane negli ultimi 18 mesi, World Central Kitchen non ha più scorte per preparare pasti o cuocere il pane a Gaza”, si legge sul sito dell’ONG.
Per ovviare all’inconveniente – se così possiamo definirlo – nelle ultime settimane l’associazione ha fatto il possibile, ricorrendo a combustibili alternativi per alimentare le cucine e sostituendo i piatti a base di riso con stufati accompagnati da pane, che richiedono meno energia.
Ma ora l’ONG ha dato fondo a tutte le scorte e le soluzioni possibili. Nuove provviste sono pronte nei camion in Egitto, Giordania e Israele, in attesa del via per poter superare il confine.