La Suba Seeds Co. di Longiano, azienda leader delle sementi a livello internazionale, è stata travolta dalle polemiche dopo aver imposto ai suoi dipendenti l’esibizione del Green Pass o un tampone (decurato dallo stipendio) ogni 72 ore.
Nell’avviso pubblicato dalla direzione nella bacheca aziendale e diventato virale sui social, si parla di un “tampone rapido Covid obbligatorio per chi non ha il Green Pass”. “Dal 23 agosto 2021 la Direzione, come regolamento interno ai fini della salute e sicurezza, richiede obbligatoriamente il tampone rapido Covid 19 a chi non ha il Green Pass” – si legge sull’avviso. “Il tampone rapido ha un costo di 25 euro cadauno che verrà addebitato nella paga mensile del dipendente”. “Tale direttiva sarà messa in atto fino alla fine della pandemia”, scrive ancora l’azienda.
I sindacati si sono messi di traverso all’iniziativa della Suba Seeds: “è importante ricordare che ad oggi non c’è alcuna norma che autorizzi i datori di lavoro a prendere provvedimenti su questioni di salute pubblica, che devono rifarsi esclusivamente a leggi dello Stato e non a regolamenti interni. Dopodiché, la procedura indicata, che specifica addirittura il laboratorio dove le lavoratrici e i lavoratori dovranno recarsi per i tamponi, viola le più basilari norme sulla privacy, con l’aggravante del costo tutto a carico dei dipendenti”, sostengono Cgil, Cisl e Uil regionali chiedendo “che governo e Parlamento decidano se rendere obbligatoria per legge la vaccinazione anti Covid” per “evitare il Far West nelle aziende”.