L’Unione Europea pronta a intervenire, “se necessario”, sui dazi anti-pasta di Trump

Nella contesa tra Trump e i pastifici italiani accusati di dumping, Roma incassa il sostegno dell'UE.

L’Unione Europea pronta a intervenire, “se necessario”, sui dazi anti-pasta di Trump

Le tariffe fino al 92 per cento che gli Stati Uniti vorrebbe applicare all’importazione di pasta italiana sono -per ora- “solo” una non troppo velata minaccia, ma la contesa con Trump per la difesa dell’equità commerciale per il prodotto più rappresentativo dell’Italia nel mondo si è già scaldata, e incassa il pronto supporto dell’Unione Europea.

Tutto è partito da una decisione preliminare del Dipartimento del Commercio USA, che ha stabilito che i dazi anti-dumping sono giustificati contro 13 aziende italiane produttrici di pasta, inclusi marchi noti come Barilla, La Molisana e Pastificio Lucio Garofalo.

Tali misure dovrebbero entrare in vigore a gennaio e si basano su uno studio delle importazioni di pasta italiana negli Stati Uniti condotto tra luglio 2023 e giugno 2024 e, sommandosi all’attuale dazio del 15 per cento imposto dal Presidente USA Donald Trump su tutte le importazioni europee, porterebbe il tasso effettivo sulle paste italiane premium fino al 107 per cento.

Roma e l’UE contro i dazi anti-pasta

pasta-secca

Di fronte a questa minaccia, l’Unione Europea si è schierata a sostegno di Roma: il governo del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato reclami sia a Washington che alla Commissione Europea, la quale gestisce la politica commerciale per il blocco. Olof Gill, portavoce commerciale della Commissione, ha dichiarato lunedì: “la Commissione Europea, in stretto coordinamento con il governo italiano, si sta impegnando con gli Stati Uniti su questa indagine e interverrà se necessario”. Bruxelles potrebbe persino avviare un caso presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) contro gli Stati Uniti qualora ritenesse che le accuse siano infondate.

Mentre i dazi USA sulla pasta impennano, quelli sul caffè brasiliano saranno azzerati, probabilmente Mentre i dazi USA sulla pasta impennano, quelli sul caffè brasiliano saranno azzerati, probabilmente

Il settore agroalimentare italiano teme ovviamente le conseguenze di quella che potrebbe essere una vera e propria stangata. Coldiretti ha avvertito che i dazi rappresenterebbero un “colpo fatale” per i produttori di pasta italiani, oltre a causare un aumento dei prezzi per i consumatori statunitensi: si stima infatti che circa la metà del valore delle esportazioni italiane di pasta secca verso gli Stati Uniti sarebbe colpita. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha respinto con forza le motivazioni americane, affermando che: “Le accuse americane di dumping sono inaccettabili e strumentali al piano di Trump di spostare la produzione negli Stati Uniti”.

Il governo Meloni, pur mantenendo legami amichevoli con l’amministrazione Trump, sta cercando di esercitare pressioni su Washington per “modificare” la decisione: il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha annunciato la creazione di una “task force” dedicata per coordinarsi con Bruxelles, le autorità statunitensi e i produttori di pasta interessati. Tajani ha altresì utilizzato i social media per sottolineare l’importanza della qualità del prodotto italiano, scrivendo che: “la qualità della pasta italiana non è dumping”. Ha aggiunto che continuerà gli sforzi “per bloccare i falsi prodotti italiani”.

Quanto sono costati, fino ad ora, i dazi USA al vino italiano Quanto sono costati, fino ad ora, i dazi USA al vino italiano

Al momento, l’unica azienda produttrice di pasta secca ad avere uno stabilimento di produzione in terra statunitense è Barilla, che si troverebbe quindi nell’invidiabile posizione di non venire interessata dagli eventuali maxi-dazi, ma altri si stanno attrezzando: è il caso de La Molisana, che si dice pronta ad avviare un sito produttivo negli Stati Uniti, respingendo però con forza le accuse di dumping mosse Dipartimento del Commercio a stelle e strisce.