Il Rapporto Coop 2025 appena uscito non tratteggia certo una situazione degna di ottimismo: il contesto economico viene definito come quello di un modo “sull’orlo del caos”, che vede il crollo della globalizzazione come l’abbiamo intesa finora, tensioni internazionali, il ritorno dei dazi e un debito pubblico globale fuori controllo.
In mezzo a tanta incertezza, gli italiani reagiscono nell’unico modo possibile, ossia modificando di conseguenza le loro abitudini di consumo: il 2025 consacra infatti una tendenza chiara, che vede un ritorno del mangiare a casa – il cosiddetto home dining – a discapito della ristorazione, che fatica a ritrovare lo slancio del passato.
E non sembra “solo” una scelta economica, ma un cambiamento culturale profondo, che riflette la ricerca di una nuova idea di convivialità sicurezza in un mondo che ne offre sempre meno.
Come cambia la spesa degli italiani
Il segnale più evidente di questa trasformazione arriva dal carrello della spesa, che torna a riempirsi non solo in valore ma anche in volume, con un aumento del 2%, interrompendo una lunga stagione di acquisti prudenti: a trainare la ripresa sono soprattutto i prodotti freschi, i cui volumi di vendita sono aumentati del 6,9% rispetto al 2019, avvicinandosi ai picchi del periodo pandemico, simbolo, secondo il rapporto, di un desiderio ritrovato di autenticità e salute.
Frutta, verdura e alimenti funzionali guidano quindi le scelte, mentre arretrano del 3,3% gli sfizi e i prodotti ultraprocessati, penalizzati sia dai rincari delle materie prime sia da una maggiore attenzione alla forma fisica. È dunque la cucina di casa a confermarsi rifugio e comfort zone ideale, dove milioni di italiani intendono investire di più nei prossimi mesi.
Mentre le mura domestiche sembrano riscoprire la loro centralità, il mondo del fuori casa naviga in acque più incerte. Le presenze nei locali restano stabili, ma la spesa reale, al netto dell’inflazione, si assottiglia, registrando un calo del 2,2% rispetto al 2024 e rimanendo ancora distante dai livelli pre-crisi.
Si esce in modo più selettivo e oculato, tanto che il 53% dei consumatori cerca attivamente offerte o menù a prezzo fisso per contenere i costi, risparmiando soprattutto su vino e bevande -il 46% dichiara di limitare il consumo di alcohol fuori casa perché troppo costoso- e i programmi per il prossimo futuro degli italiani non sembrano voler invertire la tendenza, con il 32% degli italiani dichiara di voler diminuire ulteriormente la spesa per i pasti fuori casa.
Questo riequilibrio è confermato dal netto arretramento del delivery: dopo il boom registrato negli anni della pandemia, sei milioni di italiani dichiarano ora di voler ridurre il ricorso a questo canale, percependo la cucina casalinga come più conveniente, salutare e gratificante.
Insomma, di fronte alle incertezze di un mondo in tumulto e di un’economia in crisi, gli italiani sembrano voler ritrovare un appiglio nella cucina di casa, riscoprendosi sempre di più consumatori consapevoli.