Matteo Salvini attacca la Nutella: “Dentro ci sono le nocciole turche, mangiate italiano”

Matteo Salvini attacca la Nutella perché per realizzarla vengono utilizzate nocciole turche; solo un anno fa, invece, la celebrava sui social.

Matteo Salvini attacca la Nutella: “Dentro ci sono le nocciole turche, mangiate italiano”

Durante un comizio tenutosi a Ravenna ieri sera, 5 dicembre, Matteo Salvini attacca la Nutella perché – a detta del leader della Lega – Ferrero non utilizzerebbe nocciole italiane nella realizzazione della popolare crema spalmabile.

Tutto è cominciato dal pubblico: una signora chiede al leader della Lega se ha freddo. Lui: “No signora, non ho freddo. Sto bene. Poi mangio pane e salame e due sardine e sto ancora meglio”. Dal pubblico aggiungono: “E la Nutella”.

E a quel punto arriva la risposta di Salvini che tanto sta facendo discutere i social in queste ore: “La Nutella? Ma lo sa signora che ho cambiato? Perché ho scoperto che per la Nutella usa nocciole turche, e io preferisco aiutare le aziende che usano prodotti italiani, preferisco mangiare italiano, aiutare gli agricoltori italiani”.

Ed in effetti il “cambio”, come lo ha chiamato Salvini, c’è stato: lo scorso anno, il 26 dicembre, lo stesso leader del Carroccio aveva pubblicato un post su Facebook dove esprimeva il suo apprezzamento per la Nutella, con tanto di foto (vedi immagine) mentre addentava una fetta biscottata ricoperta della crema spalmabile aggiungendo “Il mio Santo Stefano comincia con pane e Nutella, il vostro?”.

Per quanto riguarda il discorso delle nocciole turche, secondo una inchiesta della BBC del settembre scorso, circa i tre quarti delle nocciole prodotto nel mondo vengono dalla Turchia e il più grande acquirente è la Ferrero. Ma il colosso dolciario di Alba utilizza anche nocciole italiane, anzi: come scrive il Corriere, Ferrero è il più grande utilizzatore di nocciole italiane, e in particolare piemontesi. È però evidente come la quantità di frutto prodotto in Italia non sia sufficiente a soddisfare la domanda necessaria alla produzione mondiale.