McDonald’s chiude tutti i negozi in Bosnia dopo una serie di scandali

McDonald's ha chiuso tutti i suoi punti vendita in Bosnia dopo undici anni di attività, e pare che dietro ci sia una serie di scandali.

McDonald’s chiude tutti i negozi in Bosnia dopo una serie di scandali

McDonald’s si è ufficialmente ritirato dalla Bosnia ed Erzegovina: stando a quanto lasciato trapelare, la catena di fast food dagli archi dorati ha deciso di cessare le proprie operazioni nel Paese in questione in seguito a un apparente “serie di scandali”; anche se è bene notare che il colosso a stelle e strisce non ha voluto rivelare in sede ufficiale le motivazioni che hanno portato alla decisione. A seguito della decisione dei piani alti di McDonald’s di revocare la licenza di Gliese 581g, il suo franchisee in Bosnia ed Erzegovina, tutti i punti vendita distribuiti sul territorio nazionale sono stati chiusi all’inizio del mese. Una bella sorpresa per cominciare al meglio l’anno nuovo, in altre parole.

Scandali o problemi finanziari: cosa c’è dietro alla mossa di McDonald’s?

McDonald's

Difficile dirlo, a essere sinceri. Come abbiamo brevemente accennato in apertura dietro alla mossa del colosso del fast food potrebbe esserci un tentativo (piuttosto grossolano, ma se questo è il caso probabilmente era anche l’unica opzione) di coprire una serie di scandali. La “soffiata”, se così vogliamo definirla, è arrivata dal giornale online bne IntelliNews, che ha anche citato un presunto coinvolgimento della società Gliese 581g in una campagna politica.

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Pare infatti, stando a quanto lasciato trapelare, che il franchisee degli archi dorati avrebbe fornito uno spazio di marketing al principale partito bosniaco, SDA, durante la campagna elettorale in vista delle elezioni generali del 2 ottobre – una mossa che avrebbe ottusamente violato il principio di non coinvolgimento in politica di McDonald’s.

La questione appena riassunta, tuttavia, potrebbe non essere l’unica pietra dello scandalo: come riportato dall’ANSA, infatti, una nuova e ulteriore serie di problemi sarebbero sorti nel momento in cui il tribunale di Sarajevo avrebbe di fatto ordinato la restituzione alla Banca Raiffeisen di uno spazio nel centro della capitale della Bosnia, occupato per l’appunto da un ristorante McDonald’s che non pagava l’affitto dall’inizio dei dicembre – un debito che ammontava a circa mezzo milione di euro.

Se tracciare un parallelo con la fuga degli archi dorati dalla Russia potrebbe apparire comprensibile, è bene notare che le due situazioni sono di fatto fortemente differenti. Al di là del banale fatto che il cessare le operazioni sul territorio russo fu legato all’invasione armata della vicina Ucraina; è altrettanto importante sottolineare che in Russia il fast food a stelle e strisce aveva raccolto un gran successo, tanto da portare alla “creazione” di un sostituto. In Bosnia, invece, McDonald’s non era mai riuscito a imporsi sul mercato locale: il primo punto vendita fu aperto nel 2011, e da allora solo altri cinque ristoranti furono aperti.