Mele e pere: in UK a rischio anche la loro produzione

In UK non solo mancano cavoli, cavolini, pomodori e insalata, ma a rischio è anche la produzione di mele e pere: agli agricoltori costa troppo mantenere i frutteti.

Mele e pere: in UK a rischio anche la loro produzione

In UK gli scaffali dei supermercati rischiano di rimanere vuoti. Non si tratta solo della scarsità di uova e pollame causata dall’epidemia di influenza aviaria, ma anche da problemi di costi gestionali da parte degli agricoltori. Per questo motivo, oltre a cavoli, cavolini di Bruxelles, insalate e pomodori, ecco che nel Regno Unito ora è a rischio anche la produzione di mele e pere. Per gli agricoltori, infatti, costa troppo mantenere i frutteti.

Perché in UK mele e pere stanno diventando un bene raro?

Pere e mele

Gli agricoltori inglesi hanno deciso di piantare un terzo dei soliti alberi: mantenere i frutteti costa troppo e i guadagni che ottengono dalla vendita dei loro prodotti ai supermercati sono insostenibili, non riescono a coprire le spese e a far loro ottenere un giusto ricavo.

Il Regno Unito ha una superficie di produzione di mele e pere pari a 5.500 ettari: per mantenere al pari la produzione bisognerebbe piantare 1 milione di nuovi alberi all’anno. questo, almeno, a detta di Ali Capper, capo dell’associazione di categoria British Apples & Pears,

Solo che gli agricoltori, quest’anno, hanno deciso di piantare solamente 480mila meli e peri, numero che poi è sceso ulteriormente a 330mila piante: gli imprenditori agricoli, vedendo quanto fossero bassi i ricavi delle vendite alla GDO, hanno deciso di investire ancora meno.

Regno Unito, nei ristoranti pizza e pasta in bianco a causa della carenza di pomodori Regno Unito, nei ristoranti pizza e pasta in bianco a causa della carenza di pomodori

Capper ha spiegato che gli agricoltori sono oberati da costi di produzione in continuo aumento: si parla di un 23% in più a causa dei rincari di energia, carburanti, fertilizzanti e imballaggi. Solo che la resa è stata inferiore all’1%, il che vuol dire che i coltivatori stanno lavorando in perdita. Per questo motivo molti imprenditori agricoli o hanno deciso di di stoppare le attività o hanno estirpato le piante adeguandosi ai mancati guadagni o stanno proprio decidendo di chiudere e cambiare lavoro.

Questo, però, vuol dire che ci sarà meno frutta sulle tavole degli inglesi, tavole su cui già latitano pomodori, cetrioli, peperoni e insalate. Alcune grosse catene di supermercati come Aldi, Tesco, Asda e Morrisons hanno deciso di porre un limite agli acquisti di verdura fresca, razionando il numero acquistabile dal singolo cliente.

Il 18% degli adulti della Gran Bretagna ha spiegato di essere stato vittima di una carenza di prodotti alimentari essenziali nel corso delle ultime due settimane, numero che è cresciuto di 5 punti percentuali dallo stesso periodo dell’anno scorso. E non aiuta neanche la Brexit: ora il Regno Unito fa più fatica ad acquistare prodotti freschi dall’estero, con costi maggiori e burocrazia che ritarda acquisti e consegne.

E mentre per il ministro dell’Ambiente questa carenza di prodotti alimentari durerà al massimo un mesetto, gli agricoltori sono più scettici e sostengono che si andrà avanti almeno fino a maggio.