Mele: le stime indicano un calo del 3% sul raccolto, ma la vera preoccupazione è l’aumento dei costi

Le stime di settembre indicano un calo del 3% del raccolto di mele inizialmente previsto, ma a preoccupare è soprattutto il caro bollette.

Mele: le stime indicano un calo del 3% sul raccolto, ma la vera preoccupazione è l’aumento dei costi

Le più recenti stime sui volumi produttivi del raccolto italiano indicano un abbassamento del 3% rispetto a quanto inizialmente previsto, traducibile in una diminuzione della produzione complessiva di mele di circa 70 mila tonnellate. Si tratta di quanto comunicato da Assomela in seguito al meeting Prognosfruit di Belgrado, dal quale è emersa la prospettiva di un arretramento generale delle produzioni nell’intero Vecchio Continente – una conseguenza, senza alcuna ombra di dubbio, dell’estate particolarmente calda e siccitosa ormai giunta alla ultime battute.

“Il raccolto totale dovrebbe perciò assestarsi a 2.079.344 tonnellate, con una perdita per la sola Gala di almeno il 6% rispetto a quanto inizialmente previsto” segnala Assomela, sottolineando come invece la produzione complessiva europea dovrebbe assestarsi sui 12 miliardi di tonnellate con un taglio di circa 90 mila tonnellate. Tra i vari produttori solo Repubblica Ceca e Polonia non avrebbero accusato il colpo al proprio raccolto; anche se in questo ultimo caso gli operatori del settore prevedono che molte mele rimarranno sugli alberi a causa della carenza di manodopera.

La più grande preoccupazione, in ogni caso, rimane l’impennata dei costi di produzione, gonfiati in particolare modo dal cosiddetto caro bollette. I costi legati all’elettricità in primis “stanno diventando insostenibili per un settore che ha nella frigoconservazione un elemento cardine”, osserva ancora Assomela. “Per questo, in alcuni paesi, tra cui la Polonia, oltre ai frutti che potrebbero non essere raccolti, si prevede lo stoccaggio solo dei frutti migliori”.