Meno male che c’è Vannacci a consigliarci quali birre non bere (ma la birra fascista esiste davvero?)

Roberto Vannacci festeggia con una birra dall'etichetta più che eloquente: "La Decima". Ma esiste davvero?

Meno male che c’è Vannacci a consigliarci quali birre non bere (ma la birra fascista esiste davvero?)

Roberto Vannacci, uomo dalla produttività sovrumana: con un solo post pubblicato sulla sua vetrina social ecco che brinda alle europee, strizza l’occhio agli amici nostalgici e dispensa consigli su quali birre non bere. Sempre che esistano, a dire il vero.

“Non basterà una birra per festeggiare stasera” ha scritto il candidato di casa Lega sul suo profilo Facebook, “arriveremo alla decima!”. La foto a corredo della didascalia mostra una bottiglia con una eloquentissima etichetta a tricolore su cui campeggia il teschio con rosa della Decima Mas, prodotta – a quanto pare: la nostra ricerca su Google è andata a vuoto, il che fa evidentemente sorgere un paio di dubbi sulla sua effettiva esistenza – dal “Birrificio Italico”.

Vannacci strizza l’occhio e cita ancora la Decima

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C’è una certa ironia nel notare che un uomo che ha nutrito i propri seguaci di termini come “onore” e derivati, solenni e impegnativi, echeggianti di marzialità, spesso e volentieri accompagnati dal presunto coraggio di “dire quello che gli altri non dicono”, debba giocare così tanto sull’ambiguità. I nostri lettori più attenti lo sapranno: di fatto ci sono due X Mas.

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Il primo è un plurimedagliato reparto regio di subacquei, esistito dal dal 1917 al 1943, i cui membri fedeli al sovrano dal 1943 al 1945 costituirono MariAssalto nella guerra di liberazione, e la cui eredità è oggi del “Teseo Tesei”; e poi il reparto che, in seguito all’Armistizio dell’8 settembre 1943 divenne formazione militare autonoma (pur, è bene notarlo, venendo proposta dai suoi fautori come continuazione della Decima precedente, con lo Stato italiano che mai la riconobbe come legittima) che combatté al fianco dei nazifascisti macchiandosi di terribili crimini di guerra.

Difendersi sostenendo di starsi riferendo al primo è facile: fare l’occhiolino a chi vede il mondo al contrario (o a testa in giù?) e preferisce il secondo ancora di più. Vannacci festeggia, dunque, con una birra apparentemente inesistente ma efficacissima come dispositivo retorico: stando a quanto lasciato trapelare fino a ora, il candidato della Lega risulterebbe tra gli eletti all’Europarlamento.

Al momento della stesura di questo articolo, tuttavia, è bene notare che le urne raccontano di una Lega che annaspa: “forte” di appena l’8,8% dei voti, si tratta del partito italiano che sanguina più seggi al Parlamento europeo (quattordici, al momento), e che si mantiene incagliato in un testa a testa con Forza ItaliaNoi Moderati (entrambi, in termini percentuali, hanno raccolto l’8,8% dei voti: FI – NM, però, ha ottenuto sette seggi, mentre la Lega otto).