Proprio mentre l’amministrazione Trump minaccia dazi folli sull’importazione di pasta dall’Italia, un barlume di speranza per i mercati resi sempre più instabili dalle imprevedibili politiche commerciali di The Donald viene dagli stessi Stati Uniti, in cui si apre un fronte anti dazi.
L’iniziativa vede uniti repubblicani e liberali, e ha come obiettivo la riduzione del prezzo del caffè, che negli USA è già superiore del 39% rispetto a un anno fa: un aumento alimentato dalle interruzioni della catena di approvvigionamento e dal maltempo, ma soprattutto dalle recenti tariffe imposte, che includono dazi fino al 50% sulle importazioni dal Brasile, che in molti hanno interpretato come una ripicca di Trump e un sostegno all’amico Bolsonaro.
Il Brasile è il più grande produttore mondiale e fornisce circa un terzo dei chicchi americani, e l’aumento dei prezzi ha raggiunto i livelli più alti dal 1997, segnando un incremento del 21% rispetto all’anno scorso.
La proposta del “No Coffee Tax Act”
Di fronte a questa crisi che tocca i quasi due terzi degli americani che bevono caffè ogni giorno, a settembre è stato presentato alla Camera dei Rappresentanti il “No Coffee Tax Act” (HR 5516): la proposta bipartisan, introdotta dai rappresentanti Don Bacon (Repubblicano dello stato del Nebraska) e Ro Khanna (Democratico della California), mira ad abrogare i dazi su tutti i prodotti del caffè, retroattivamente al 19 gennaio 2025.
I promotori della legge ne sottolineano la necessità economica, poiché il caffè non può essere coltivato su scala commerciale negli Stati Uniti. Il Rappresentante Bacon ha spiegato chiaramente l’impatto: “Le famiglie in tutta l’America stanno risentendo del costo dell’aumento dei prezzi del caffè, che sono già aumentati del 21 percento, e l’imposizione di dazi su un prodotto che non possiamo coltivare su vasta scala commerciale, non fa che peggiorare le cose”.
Continua Bacon: “le tariffe sono semplicemente una tassa sui consumatori americani, che aumenta il prezzo dei beni di uso quotidiano senza creare posti di lavoro o riportare la produzione in patria. L’Articolo Uno della Costituzione chiarisce che il Congresso ha l’autorità di stabilire le tariffe, e questa legislazione inizia a rivendicare tale autorità. Non vedo l’ora di lavorare con il Rappresentante Khanna per introdurre questo disegno di legge bipartisan e credo che possa aiutare ad accendere il dibattito più ampio sul recupero da parte del Congresso del suo ruolo costituzionale nella politica tariffaria”.
Il rappresentante Khanna ha richiamato la storia coloniale: “gli americani hanno iniziato una rivoluzione per una tassa sul tè. I prezzi del caffè negli Stati Uniti sono aumentati in modo significativo nell’ultimo anno, in parte a causa delle tariffe di Trump. Se bevi caffè ogni mattina, come puoi non essere arrabbiato per questo? Il nostro disegno di legge bipartisan è semplice: rimuove le tariffe di Trump sul caffè per abbassare i costi”.
L’industria accoglie la proposta con urgenza: Amaris Gutierrez-Ray di Joe Coffee non nasconde l’incertezza del settore, che descrive come “frustrato, in più c’è molta confusione su cosa le persone dovrebbero fare, come dovrebbero ottenere informazioni, come dovrebbero parlare con i clienti, e tanta paura su come i loro clienti reagiranno e interagiranno”. Joe Coffee prevede che i suoi costi totali di dazio supereranno quest’anno i 200 mila dollari.
Evan Oefelin, fondatore di Seattle Strong, ha espresso totale appoggio: “siamo pienamente a favore del No Coffee Tax Act. Il mercato del caffè verde si trova già in una situazione tumultuosa a causa delle carenze produttive nell’ultimo anno. I massimi storici dei prezzi del caffè verde combinati con tariffe nuove e in aumento minacciano di sconvolgere l’intera industria americana del caffè come la conosciamo”.
Infine, Maurice Contreras di Volcanica Coffee ha sottolineato i benefici per il consumo: “Volcanica Coffee sostiene i principi alla base del No Coffee Tax Act. In quanto azienda di caffè speciali a conduzione familiare, riteniamo che la riduzione delle tariffe gioverà non solo agli importatori di caffè, ma anche a milioni di amanti del caffè in tutti gli Stati Uniti. Questa legislazione fornirebbe sollievo alle piccole imprese come la nostra che stanno affrontando l’aumento dei costi cercando allo stesso tempo di mantenere accessibile il caffè speciale”.
Se la legge verrà approvata, si prevede che abbasserà immediatamente i costi di importazione sui chicchi verdi, e rappresenterebbe una sconfitta politica per Trump, dimostrando come la sua erratica strategia internazionale porti danni anche agli stessi consumatori statunitensi.