Morì per una pizza: i genitori chiedono ai big del delivery più chiarezza sugli allergeni

Allergico alle arachidi, un ragazzo di 23 morì per una pizza nel 2020: ora i genitori chiedono alle piattaforme di delivery di dare maggiori informazioni sugli allergeni.

Morì per una pizza: i genitori chiedono ai big del delivery più chiarezza sugli allergeni

I genitori di un ragazzo morto nel 2020 per una pizza che conteneva arachidi tritate chiedono alle piattaforme di delivery più chiarezza e informazioni più complete relativamente ai cibi che vendono, soprattutto per quanto riguarda gli allergeni. Infatti James Atkinson, questo il nome del giovane di Newcastle, a soli 23 anni morì dopo due morsi per una grave reazione allergica: si trattava di una pizza con pollo tikka masala, ordinata tramite Deliveroo da un locale da cui aveva già preso cibo in precedenza. Nonostante ciò il giovane, allergico alle arachidi, non era probabilmente a conoscenza del fatto che il ristorante avesse iniziato a utilizzare la polvere della maledetta frutta a guscio.

arachidi

Ora i suoi genitori, Stuart Atkinson, 59 anni e Jill, 58, di Leeds, in occasione dell’apertura di un’inchiesta per i fatti del luglio 2020, dicono di voler scoprire “se ci sono lezioni da imparare”. In particolare, sperano che vengano sollevate domande sull’efficacia delle informazioni sugli allergeni fornite da Deliveroo, sostenendo che tali dettagli devono essere chiariti con una casella di spunta sull’allergia sul modulo d’ordine. La famiglia è supportata da Tanya Ednan-Laperouse, la cui figlia quindicenne Natasha è morta nel luglio 2016 per shock anafilattico dopo aver mangiato una baguette Pret A Manger contenente semi di sesamo, a cui era gravemente allergica. Sulla scia della sua tragica morte, Tanya e suo marito, Nadim, hanno fondato la Natasha Allergy Research Foundation e hanno condotto con successo una campagna per un cambiamento nell’etichettatura degli alimenti.

Parlando al Sunday Times, Tanya ha dichiarato: “La tragica morte di James getta i riflettori sulle attività di consegna di cibo multimiliardarie e su quella che sembra essere una terrificante mancanza di regolamentazione. È fondamentale che l’inchiesta arrivi al cuore di chi controlla giganti aziendali come Deliveroo, Just Eat e Uber Eats quando si tratta di sicurezza alimentare”.