Mozzarella di bufala in crisi: approvvigionamenti difficili per il Coronavirus

Nell’ultima settimana sono crollate le vendite della mozzarella di bufala dop campana a causa della limitazione nei trasferimenti.

Mozzarella di bufala in crisi: approvvigionamenti difficili per il Coronavirus

Il Coronavirus fa scivolare le vendite della mozzarella di bufala dop campana a causa delle difficoltà che stanno riscontrando i trasporti. Gli approvvigionamenti, dunque, per questo tipo di prodotto risultano difficoltosi, perché dalla Campania si fa fatica a spostarsi verso altre regioni e soprattutto verso la Germania (la Nazione che importa di più mozzarella in Europa).

I risultati sono che, a fronte di una diminuzione dell’export, si è avuto un calo della produzione di circa il 60% su base tendenziale. Ad oggi sono stati prodotti 766mila chili di bufale contro i 2 milioni del 2019 nello stesso periodo. A complicare le cose è anche la facile deperibilità del prodotto e la necessità di seguire il rigido protocollo nella sua lavorazione. Cosa significa? Che non si può produrre bufale con altro latte e soprattutto non si può produrre in un’altra zona, se non quella di origine protetta (l’area di provenienza costituisce l’area territoriale della Dop ossia tutta la provincia di Caserta e Salerno. Alcuni comuni delle province di Napoli e Benevento. E ancora, alcune zone della provincia di Foggi, Isernia, Latina, Frosinone e Roma).

Preoccupata la filiera produttiva che impiega 12mila addetti in Campania e non solo. Coldiretti lancia anche l’allarme sul latte straniero che attraversa le frontiere e invade l’Italia con cagliate congelate low cost in piena emergenza Coronavirus. “Bisogna fermare qualsiasi tentativo di speculazione sui generi alimentari di prima necessità come il latte che nell’ultima settimana di rilevazione sui consumi ha registrato un balzo del 47% degli acquisti da parte delle famiglie, sulla base dei dati Iri che evidenziano anche l’aumento degli acquisti di formaggi, dalla mozzarella (+35%) al Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+38%). I dati sono stati incrociati con il report diffuso dal ministero della Salute. Chiediamo di rendere pubblici gli elenchi dei caseifici che importano latte e cagliate dall’estero e vogliono abbassare le quotazioni di quello italiano, con il superamento delle attuali farraginose procedure di accesso ai dati. Chi approfitta della situazione di emergenza venga escluso dai fondi previsti per sostenere il comparto agroalimentare come gli aiuti agli indigenti”, afferma il presidente Ettore Prandolini.

Fonte: Cronache di Gusto