Napoli, il ristorante Amico Bio chiude: “La burocrazia fa più danni del Coronavirus“

A Napoli chiude il ristorante Amico Bio della Mergellina. Il proprietario, deluso, spiega che la burocrazia fa più danni del Coronavirus.

Napoli, il ristorante Amico Bio chiude: “La burocrazia fa più danni del Coronavirus“

A Napoli chiude il ristorante Amico Bio della Mergellina. E’ il proprietario a spiegare il perché: tutta colpa della burocrazia che fa più danni del Coronavirus. Bruno Zarzaca tirerà giù la serranda del locale Amico Bio Mergellina: allagamenti, mancate concessioni e troppa burocrazia da parte dal Comune rendono impossibile continuare l’attività.

Bruno Zarzaca è il fondatore del gruppo di ristorazione biologica Amico Bio. In Campania ha tre ristoranti: a chiudere i battenti sarà quello di Napoli a Mergellina. Aperto solamente tre anni fa, il ristorante ha annunciato la sua chiusura tramite un cartello: “Amico Bio Mergellina chiude perché il Comune di Napoli fa acqua da tutte le parti”.

La decisione è stata presa dopo l’allagamento causato dalla pioggia di domenica scorsa, l’ennesimo. Zarzaca ha spiegato che il Sindaco di Napoli twitta e filosofeggia, ma poi si scorda della cura dei servizi essenziali per i cittadini. I trasporti non funzionano e ciò crea disagio ai lavoratori, il manto stradale è in condizioni pessime e la mancata manutenzione provoca danni economici agli automobilisti e, infine, il fatto di non aver risolto il problema degli allagamenti a ogni minima pioggia, crea disastri economici per i commercianti.

L’ultimo allagamento alla Mergellina ha provocato danni per un valore di 10mila euro: l’acqua ha danneggiato il sistema elettronico gestionale del ristorante, diversi frigoriferi e molti tavoli e sedie di legno che fanno parte dell’arredamento “bakery” del locale.

Zarzaca sottolinea che i danni da allagamento a Napoli (che non è certo una città con il clima delle Dolomiti) sono una sorta di “pizzo” che i commercianti sono costretti a pagare. Almeno un paio di volte all’anno capitano questi disastri che provocano una “tassa” aggiuntiva di 20mila euro l’anno.

Altro problema è quello relativo alle lungaggini della burocrazia: per autorizzare l’apertura all’esterno ci sono voluti quattro mesi. Considerando che ormai l’estate è finita, questa attesa lunghissima ha penalizzato il ristorante. Zarzaca lamenta il fatto che a volte sembra che l’amministrazione comunale scelga di accanirsi contro quegli imprenditori che stanno cercando di investire nella città.

Alla luce di questi motivi, si è optato per la chiusura.