Un nuovo, succoso capitolo va ad aggiungersi all’attualissima (ma anche dolorosamente vecchia) polemica circa la carenza di manodopera – cuochi, camerieri, lavapiatti e chi più ne ha più ne metta – nei ristoranti, bar, alberghi e altre attività commerciali attive nel settore della ristorazione o dei servizi. In molti puntano il dito contro il Reddito di cittadinanza, reo di aver preso una generazione di ragazzi già svogliati (per genetica? Per natura? Mah) e averli resi ancora più immobili (che poi se l’offerta di lavoro non può competere con 450 euro al mese viene opportunatamente ignorato), altri, come Alessandro Borghese (di nome e di fatto) sostengono invece che lavorare aggratis è giusto e bello, e no non è di certo la definizione di schiavitù ma che dite. Come accennato, però, abbiamo un nuovo capitolo: la provocazione lanciata da un giovane cuoco originario di Napoli, che si è rivolto alla platea di un gruppo su Facebook per cercare un lavoro.
Prima forse sarebbe opportuno un poco di contesto: Pasquale, ventenne, ha studiato all’Istituto Alberghiero e attualmente lavora come cuoco in un’attività recettiva in Germania, nella zona affacciata sulle acque del mar Baltico. Importante notare, dunque, che di fatto Pasquale già lavora, e che il suo messaggio pur essendo puramente provocatorio costituisce uno spaccato tanto preciso quanto atroce dell’attuale dibattito nazionale su stipendio e lavoro. “Cerco lavoro con paga mensile di minimo 1.800 euro” si legge nel post “Sotto contratto, orari di lavoro: 8 ore come stabilito dall’istituto nazionale del lavoro, sono un ragazzo con molta volontà, zona Ponticelli”.
Il gruppo in questione è privato, ma stando a quanto riportato dai colleghi di Fanpage nei commenti è dilagato il veleno: due, trecento repliche nel tono di “Cosa hai imparato prima di pretendere 1.800 euro al mese? Oggi pretendono 1.800 euro al mese ma ne producono 500 a fine mese. Calcolano la presenza delle ore di lavoro …. e basta perché l’obiettivo è prendere il reddito di cittadinanza“. Altri, invece, rifiutano la più comoda strada dell’oltraggio: “Questi dovrebbero essere gli orari e le paghe normali anzi…” scrive un certo Luigi. “Io sto in Austria ed a questi orari ti pagano anche molto di più con 3 giorni di festa a settimana. Siamo noi che siamo rimasti indietro anni luce”. Fanpage scrive anche di aver contattato Pasquale, che di fatto non si è fatto problemi a mostrare il suo attuale contratto di lavoro – dove le cifre corrispondono di fatto a quelle richieste nel post. Com’era la storia del reddito di cittadinanza?