Napoli, ordinanza movida: bocciato il ricorso dei ristoratori, i locali dovranno chiudere prima

A Napoli è stato bocciato il ricorso di ristoratori e gestori nei confronti dell'ordinanza movida: i locali dovranno chiudere prima.

Napoli, ordinanza movida: bocciato il ricorso dei ristoratori, i locali dovranno chiudere prima

Niente da fare a Napoli: ristoratori e gestori di bar si sono visti bocciare il ricorso contro l’ordinanza ani movida che impone la chiusura anticipata dei locali.

Il sindaco Gaetano Manfredi aveva emanato un’ordinanza sulla movida che anticipava gli orari di chiusura dei locali all’1 di notte da lunedì a venerdì e alle 2 durante in weekend, il tutto per cercare di arginare la mala movida.

Così Fipe Confcommercio aveva presentato ricorso, sostenendo che tale provvedimento fosse “inaccettabile sia dal punto di vista tecnico-giuridico che dell’efficacia”. In aggiunta il presidente Massimo Di Porzio aveva parlato di una misura “liberticida”, molto più aspra rispetto alle analoghe in altre città italiane.

Gaetano Manfredi

Secondo Di Porzio questa ordinanza lede gravemente la vocazione turistico-ricettiva di Napoli, eliminando uno dei principali tratti dei napoletani, l’accoglienza. Inoltre Di Porzio non lo ritiene un provvedimento utile per contrastare la mala movida.

Ma il ricorso è stato bocciato, quindi ristoranti e bar dovranno rassegnarsi a chiudere prima in queste cinque aree della città, quelle dove c’è più vita notturna:

  • zona Chiaia-Posillipo
  • Bagnoli (con particolare riferimento a via Coroglio)
  • Vomero
  • Centro storico
  • zona della Ferrovia

Saranno inoltre disposti controlli ai “varchi”, con blocco della musica a mezzanotte. Non è a favore di tale ordinanza neanche l’ex sindaco Luigi de Magistris, il quale ricorda che dopo due anni di pandemia, si puniscono nuovamente i locali. Inoltre ritiene che il Comune non debba attribuirsi una funzione rieducativa: il comito del Comune è quello di amministrare e far rispettare le regole, non decidere come i cittadini devono trascorrere il loro tempo libero.

Anche lo scrittore Roberto Saviano non gradisce la parte di originanza dove si parla di “processo rieducativo orientato a radicare diverse abitudini orarie”.