Natale 2021 a rischio: l’inflazione riduce i consumi delle famiglie

Confcommercio lancia l'allarme: il Natale 2021 è a rischio, se l'inflazione sale al 4% i consumi delle famiglie verranno ridotti.

Natale 2021 a rischio: l’inflazione riduce i consumi delle famiglie

Questa volta è Confcommercio a lanciare l’allarme: il Natale 2021 è a rischio. Se l’inflazione dovesse salire al 4%, ecco che sarebbero in pericolo 5,3 miliardi di consumi. Se l’inflazione, invece, aumenterà al 3%, ecco che sarebbero 2,7 miliardi di euro a rischio. In entrambi i casi si parla di una riduzione dei consumi delle famiglie.

Nonostante alcuni economisti sostengano che l’aumento dell’inflazione sia solo temporaneo, non tutti sono così convinti di questa affermazione. Secondo uno studio realizzato da Confcommercio, infatti, se l’inflazione dovesse continuare ad aumentare potrebbe influenzare negativamente anche gli acquisti di Natale, rallentando la crescita nel 2022.

Sia nel caso in cui l’inflazione aumenti al 3%, sia nel caso in cui aumenti al 4%, ecco che i tre quarti della perdita di consumi deriverebbe da un’istantanea riduzione del potere d’acquisto del reddito disponibile. A questo bisogna poi aggiungere le spese obbligatorie, quelle a cui è impossibile sottrarsi: si parla delle bollette di luce e gas, gravate dal rincaro dei prezzi dell’energia.

portafoglio

Secondo Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, è importante usare velocemente e bene le risorse del Pnrr, riducendo la pressione fiscale su famiglie e imprese, partendo proprio dal costo del lavoro. Secondo Sangalli, è quello l’unico modo per far ripartire investimenti e consumi.

Queste le sue parole: “Le perdite approssimativamente stimate vanno lette come conseguenza di un effetto reddito reale negativo cui si aggiunge anche la perdita di potere d’acquisto della ricchezza finanziaria liquida, quest’ultima fortemente cresciuta tra il 2019 e il 2021 soprattutto per la mancanza oggettiva di opportunità di acquisto durante la fase di lockdown o di limitazione della mobilità, oltre che a scopo precauzionale”.

Secondo gli esperti, è inverosimile che l’incremento dei prezzi a livelli probabilmente superiori al 3%, non finisca con il ridurre gli acquisti durante il periodo natalizio.

Anche Assoutenti, nei giorni scorsi, aveva sostenuto una tesi similare: aveva parlato di un rischio “gelata” per i consumi di Natale relativi alle spese delle famiglie. Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, aveva spiegato che i commercianti sono assai preoccupati dagli effetti del caro-prezzi per i consumi di Natale: rischiano di affondare a causa sia dell’aumento dei listini al dettaglio, sia per i rincari delle bollette di luce e gas.

Anche Coldiretti aveva lanciato l’allarme Natale: il rischio è di pagare di più per la bottiglia che non per il contenuto.