Nestlé abbandona il Myanmar per diventare più sostenibile

A quanto pare Nestlé ha deciso di abbandonare il Myanmar: ha chiuso le sue fabbriche qui presenti per cercare di diventare più sostenibile dal punto di vista del business.

Nestlé abbandona il Myanmar per diventare più sostenibile

Nestlé dice addio al Myanmar: il colosso ha deciso infine di abbandonare il paese, chiudendo sia la fabbrica che la sede centrale di Yangon. Il tutto nell’ottica di una maggior sostenibilità dal punto di vista del business. E i suoi prodotti? Beh, a distribuirli ora ci penserà un distributore locale.

Perché Nestlé lascia il Myanmar?

Myanmar

Secondo quanto riferito da un portavoce della multinazionale, Nestlé vorrebbe affidarsi a un modello di business più sostenibile nel paese. Per questo motivo ha deciso di chiudere sia la sua fabbrica di Dagon, vicino a Yangon, che la sua sede centrale a Yangon, lasciando al Myanmar Distribution Group, meglio noto con l’acronimo MDG, il compito di distribuire i suoi prodotti nel Paese.

MDG diventa così il responsabile della commercializzazione e della distribuzione dei prodotti Nestlé nel Myanmar. Quindi, alla fine, non è che se ne va del tutto: semplicemente sarà un’azienda locale ad occuparsi di commercializzare e distribuire i prodotti Nestlé nel paese.

Nestlé aveva cominciato a distribuire i suoi prodotti nel Myanmar nel 1991, quindi una trentina d’anni fa, più o meno. Qui aveva realizzato articoli di alta qualità a prezzi accessibili. Successivamente aveva portato nel paese anche marchi come Nescafé, Lactogen, Cerelac, Milo e Maggi.

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Il problema, però, è che dal 2021 in Myanmar si è sviluppata una forte instabilità politica che ha portato con sé un’ondata di violenza senza pari. Forse non tutti sono a conoscenza che nel Myanmar c’è stato un colpo di Stato militare che ha spazzato via il governo di Aung San Suu Kyi. Secondo quanto riferito dalla CNN, da quando c’è stato questo colpo di Stato, nel Myanmar sono state uccise migliaia di persone.

In quest’ottica appare chiaro il perché della decisione di Nestlé. Il portavoce della multinazionale, infatti, ha sottolineato che da tempo stavano valutando come procedere pe rendere maggiormente sostenibile le attività di Nestlé nel Myanmar. Secondo le recenti valutazioni, hanno deciso che il passaggio a questo modello di distribuzione era un po’ più sensato, soprattutto considerando la situazione economica locale. In questo modo possono sperare di avere una redditività in Myanmar anche sul lungo periodo.

Il portavoce ha poi rassicurato i clienti: i consumatori potranno continuare a mangiare come prima i medesimi marchi Nestlé importati da Filippine, Malesia e Thailandia. Nestlé, infatti, ha intenzione di continuare a investire nei marchi già in vendita nel Paese, collaborando anche con i partner locali della distribuzione e della vendita al dettaglio. Eventuali altri colpi di Stato permettendo, si intende (questo il portavoce non l’ha detto, ma è chiaro il sottinteso).