Nocciole del Piemonte: previsto un calo del raccolto del 30% a causa delle gelate

Per quanto riguarda le Nocciole del Piemonte è previsto un calo della raccolta del 30% a causa delle gelate di aprile.

Nocciole del Piemonte: previsto un calo del raccolto del 30%  a causa delle gelate

Per le Nocciole del Piemonte si prevede un’annata fatta di qualità, ma di anche di scarsa produzione: la previsione è quella di un calo del raccolto del 30% soprattutto a causa delle gelate di aprile.

Tuttavia, visto che nel 2019 si erano registrati prezzi record con quasi 500 euro a quintale e visto che nel 2020 le quotazioni erano calate del 40%, ecco che quest’anno, complice la scarsità di prodotto, secondo Ernesto Roveta di Bubbio (la sua azienda è nota per la varietà tonda gentile delle Langhe) bisognerebbe aspettarsi un recupero nei prezzi.

Dello stesso avviso anche Alberto Leardi, il capo tecnico dell’azienda: le quotazioni sono calate, ma ci sono continue richieste di nuovi impiant. Per esempio è da poco entrato in produzione un nuovo noccioleto di 8 ettari a Garbagna nel Tortonese, zona nota un tempo per le ciliegie.

Anche Coldiretti parla di un’annata di ottima qualità. Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato confederale, hanno confermato un’annata eccellente per la Nocciola Piemonte Igp, anche se con un quantitativo in calo rispetto all’ultima annata.

Inoltre la coltura si sta specializzando e si occupa anche di preservare la biodiversità dei territori, pur soffrendo della concorrenza turca. I prezzi delle nocciole turche sono medio-alti, fattore di cui bisogna tenere conto per definire la quotazione delle nocciole piemontesi di alta qualità organolettica.

Inoltre Moncalvo e Rivarossa ricordano che la produzione delle nocciole in Piemonte si svolge seguendo i migliori standard di lavoro e garantendo livelli occupazionali stagionali, nel pieno rispetto delle regole e dei diritti dei lavoratori. Questa è una differenza importante rispetto a quanto avviene nei paesi extraeuropei come la Turchia. Nel documentario “Né tonda né gentile” del giornalista Stefano Rogliatti viene rivelato che la produzione delle nocciole turche deriva dallo sfruttamento della manodopera.

A proposito: se volete sapere perché la nocciola del Piemonte è la più amata d’Italia, ve lo spieghiamo qui.