Nuova Zelanda: vietato l’allevamento delle galline in batteria, ma l’alternativa non convince

In Nuova Zelanda verrà vietato l'allevamento delle galline ovaiole in batteria. Molto bene, solo che l'alternativa fornita finora non convince del tutto gli animalisti.

Nuova Zelanda: vietato l’allevamento delle galline in batteria, ma l’alternativa non convince

Spostiamoci in Nuova Zelanda perché qui dal 2023 sarà vietato l’allevamento delle galline in batteria. Tutto molto bello, solo che l’alternativa fornita non convince comunque gli animalisti che stanno ora chiedendo al governo di sostituire anche questa alternativa con qualcosa che sia meno dannoso per gli animali.

Nuova Zelanda e il problema delle galline ovaiole d’allevamento

Galline allevate in gabbia

Nel paese si sta lavorando alla legge per vietare l’allevamento delle galline ovaiole in batteria da almeno 10 anni. Era il 2012 e il precedente governo si era impegnato ad eliminarle gradualmente entro il 1 gennaio 2023.

Questo tipo di allevamento in batteria è generalmente considerato dannoso per la salute e il benessere dei volatili in quanto non possono manifestare comportamenti naturali e sono a maggior rischio di malattie a causa della stretta vicinanza fra gli animali.

Molti altri paesi hanno già vietato questo tipo di allevamento: fra di essi ricordiamo il Regno Unito, il Messico, Israele e il Canada. La vicina Australia, invece, ha dichiarato che eliminerà le gabbie entro il 2036.

Ma torniamo in Nuova Zelanda e ai suoi 3,9 milioni di galline ovaiole. Il Ministero delle industrie primarie ha ammesso di non sapere esattamente quante galline siano state già trasferite dal vecchio sistema di gabbie in batteria al nuovo sistema in “gabbie in colonie”. Tuttavia Michael Brooks, direttore esecutivo della Federazione dei produttori di uova della Nuova Zelanda, ha rivelato che a dicembre 2022 il 10% era ancora nelle gabbie in batteria, il 33% in queste colonie, il 29% nelle stalle e il 34% erano ruspanti.

Gli animalisti, però, non sono contenti del risultato ottenuto. Le nuove gabbie sono semplicemente più grandi: ospitano circa 60 galline che hanno maggiori spazi per appollaiarsi, svolazzare, muoversi e nidificare. Tuttavia per gli animalisti, nonostante queste “gabbie arricchite”, sempre di gabbie anguste si tratta in cui le galline non riescono ad esercitare i loro comportamenti naturali.

Tuttavia il governo al momento non ha alcuna intenzione di vietare questo tipo di allevamento. E i consumatori? Beh, anche qui la domanda di acquisto di uova di galline allevate non in batteria sta influenzando i produttori di uova. Gli stessi grandi supermercati si sono impegnati a non comprare più le uova prodotte da galline in gabbia (anche le nuove) entro il 2027. Solo che, come avverte la Federazione, ciò potrebbe portare a una certa qual carenza di uova sugli scaffali dei supermercati.

Molti agricoltori avevano speso tantissimo per passare alle nuove gabbie e adesso dovrebbero modificare ancora una volta il loro sistema di allevamento? Se si unisce questo all’inflazione, ai rincari dei mangimi e delle materie prime e a quelli energetici, ecco che gli agricoltori stanno valutando attentamente se proseguire o meno con il loro lavoro.