Nutriscore boccia anche la pasta cacio e pepe, e Coldiretti Lazio insorge

Il semaforo del Nutriscore boccia anche la pasta cacio e pepe, e Coldiretti Lazio annuncia una battaglia sul sistema di etichettatura.

Nutriscore boccia anche la pasta cacio e pepe, e Coldiretti Lazio insorge

Il semaforo del Nutriscore boccia anche la pasta cacio e pepe, continuando ad appioppare valutazioni basse ai prodotti della gastronomia italiana (chi ha buona memoria ricorderà la diatriba del mese scorso per la F nera con cui si intendeva bollare il vino). Il boccone è decisamente amaro, e a Coldiretti Lazio non va giù, tanto che definisce lo strumento “semplicistico e pericoloso” perché “non tiene conto della complessità delle diete mediterranea e delle abitudini”.

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Per chi non avesse presente di cosa stiamo parlando, il Nutriscore è – a grandi linee – un sistema di etichettatura che associa una scala cromatica (che va dal verde acceso a un rosso intenso) e una alfabetica al valore nutrizionale di un dato cibo. Secondo Coldiretti, però, l’adozione di questo sistema cancellerebbe alcuni dei piatti tipici della nostra tradizione: nel caso del cacio e pepe, ad esempio, “boccia” il pecorino romano perché considerato non salutare. Va detto che nonostante le critiche il Nutriscore va forte, soprattutto in Belgio, Germania e soprattutto Francia, dove già è in adozione.

“Se il Nutri-score venisse approvato dall’Unione Europea sparirebbero dalle tavole le eccellenze locali che caratterizzano i nostri territori e con la loro la storia e le tradizioni che li accompagnano” ha spiegato il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri. “L’etichetta nutrizionale a colori boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp), che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare, soprattutto nel tempo del Covid”.