Nutriscore, Unionbirrai contro la valutazione negativa di tutti gli alcolici

I birrifici artigianali di Unionbirrai contro la proposta di classificare tutti gli alcolici con una F nera nel già contestato Nutriscore.

Nutriscore, Unionbirrai contro la valutazione negativa di tutti gli alcolici

Il Nutriscore si fa un altro nemico: stavolta sono i birrifici artigianali di Unionbirrai a protestare contro il nuovo metodo di etichettatura dei cibi. Il punto in discussione è stavolta la valutazione negativa di tutti gli alcolici, senza distinzione di tipo o gradi: tutte le bevande che contengono alcol anche in quantità minima verrebbero bollate da una F, la classificazione più bassa in una scala alfabetica che va da A ad, appunto, F. In più questa lettera è contraddistinta da un funereo colore nero, che dovrebbe mettere in guardia il consumatore da un prodotto cancerogeno.

“In un periodo storico in cui le piccole imprese che producono birra artigianale stanno subendo non pochi danni a causa della pandemia iniziata nel 2020, la notizia della proposta di etichettare la birra con una F nel Nutriscore è un attacco diretto all’economia dei produttori artigianali italiani.” Così il direttore generale Unionbirrai, Vittorio Ferraris, commenta la proposta di Serge Hercberg, creatore del Nutriscore, di inserire dopo la E rossa anche la F nera, dedicata ad alcol e altri prodotti da evitare. Questa etichettatura, adottata da alcune nazioni, è fortemente avversata da altre, Italia in testa, perché classifica come insalubri alcuni prodotti che secondo altre valutazioni sono sanissimi, e anzi alla base della dieta mediterranea come l’olio di oliva.

Nutri-Score etichetta a semaforo

L’associazione di categoria dei piccoli birrifici indipendenti, quindi, esprime parere negativo su questa proposta che addita un prodotto senza contestualizzarne il consumo consapevole, tema su cui Unionbirrai ha da sempre puntato. “Da anni promuoviamo la creazione di “bevitori consapevoli” attraverso i nostri corsi di degustazione, in cui non solo approfondiamo la conoscenza e la degustazione delle birre, ma puntiamo al loro consumo consapevole, inserito in un corretto stile di vita”, prosegue Ferraris. “Bollare con una F nera i prodotti contenenti anche minime quantità di alcol, porterebbe un danno ad un comparto già colpito dagli effetti della pandemia, che non è fatto solo di produttori ma anche di tutto il mondo professionale che ruota intorno alla birra: dai distributori ai pub, dai beershop ai ristoranti”.