Obesità infantile: fondato l’Osservatorio nazionale

L'Osservatorio dell'Obesità Infantile in Italia si propone di sviluppare una strategia per l'educazione alla corretta alimentazione.

Obesità infantile: fondato l’Osservatorio nazionale

L’obesità infantile è un problema per l’Italia. Vero, la dieta mediterranea è tra le più salutari e complete al mondo, ma questo non va a cambiare quanto suggerito dall’ultimo report redatto da Okkio alla Salute del Ministero della Salute che, presi in esame 50 mila bambini frequentanti la terza elementare, ha evidenziato come il 20,4% di loro fosse in sovrappeso e il 9,4% obeso. In questo contesto, diventano importanti iniziative come quella dell’Osservatorio dell’Obesità Infantile in Italia (Onoi), che per l’appunto si propone di sviluppare un apparato di ricerca sulla relazione tra la salute alimentare e lo stile di vita.

bambino beve

Sviluppato dalla collaborazione tra Fimp, Federazione Italiana Medici Pediatri, la Clinica Pediatrica dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova e l’Università degli Studi di Genova, l’Osservatorio prevede la diffusione di un questionario in cui i genitori potranno indicare le abitudini alimentari e di vita e dei figli, in modo da raccogliere le informazioni necessarie a mettere in atto una più mirata prevenzione dell’obesità infantile.

Il progetto permetterà agli studiosi anche di conoscere quanto la dieta mediterranea sia effettivamente seguita, quali siano le ‘cattive abitudini’ e con quale frequenza si manifestano, in modo da individuare una strategia vincente utile anche per la prevenzione di malattie croniche dell’età adulta. “Dati recenti dimostrano una variazione del Bmi (indice di massa corporea, ndr) che si è verificata tra i bimbi americani tra i 5 e gli 11 anni con un aumento di 1,57 rispetto a 0,91 tra i giovani tra 12 e 15 anni e 0,48 rispetto a quelli di 16-17 anni” ha spiegato il dottor Mohamad Maghnie, Direttore Clinica Pediatrica del Gaslini. “Questi risultati, se generalizzabili, suggeriscono un aumento dell’obesità pediatrica a causa della pandemia. Allo stesso modo abbiamo osservato nel nostro Paese modifiche dello stile di vita e delle abitudini alimentari”.