Olio di semi, c’è aria di cauto ottimismo: i prezzi scendono del 5,7%

Il settore dell'olio di semi, tra i più travolti del conflitto in corso, torna a respirare aria di ottimismo nonostante il futuro incerto.

Olio di semi, c’è aria di cauto ottimismo: i prezzi scendono del 5,7%

Diciamolo subito, così evitiamo di farci prendere troppo dall’ottimismo: la situazione è ancora complessa, forse a tratti perfino critica. Eppure pare che lo scenario che negli ultimi mesi ha visto come protagonista l’olio di semi, tra i beni più colpiti dalle conseguenze economiche del conflitto tra Russia e Ucraina, si stia stabilizzando – o almeno, questa è la lettura di Assitol, Associazione italiana dell’industria olearia, che di fatto indica un calo dell’indice Fao dei prezzi calato del 5,7%.

olio

Chiaro, fare previsioni per il futuro è difficile (forse anche impossibile): l’olio di semi fu tra i primi beni alimentari a subire un razionamento anche nei supermercati italiani, e al momento non sembra esserci alcuna soluzione diplomatica e/o pacifica alla guerra in corso. In ogni caso, tuttavia, l’associazione ha voluto sottolineare come sembri alleggerirsi la pressione sul fronte dell’olio di girasole, anche a causa della ripresa parziale degli approvvigionamenti dall’Ucraina. Si segnala, inoltre, che le aziende del settore sono riuscite a mettere una pezza alla carenza selezionando e acquistando la materia prima rivolgendosi a mercati di diversa provenienza.

“Il quadro oggi appare più definito e si può affermare che, in Europa e in Italia, la disponibilità dell’olio di girasole nei prossimi mesi ci sarà” ha commentato a tal proposito Carlo Tampieri, presidente di Assitol. “L’orizzonte è però ancora incerto e rischia di diventarlo sempre di più se la guerra non dovesse finire a breve”.