Una malizia del destino, direbbero alcuni. Negli ultimi giorni si è concluso il processo inerente all’omicidio di Willy Monteiro Duarte, che come immaginiamo saprete ha portato alla sentenza di condanna all’ergastolo per i due assassini, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi. Per i più avvezzi al mondo del food, tuttavia, quest’ultimo è un nome già sentito: il “nostro” Gabriele Bianchi, fatti, è un famoso cameriere-influencer che di fatto venne addirittura inserito da Forbes Italia tra i cinque personaggi più influenti del panorama food italiano. Al di là di quanto possa essere poco piacevole l’omonimia con un personaggio che negli ultimi giorni è apparso su qualsiasi giornale per fatti estremamente deplorevoli, le conseguenze sono andate ben oltre la mera inconvenienza – tanto da portare anche a un considerevole danno d’immagine.
“Non posso neanche chiedere un risarcimento ed è assurdo” spiega Bianchi, che nonostante non sia certamente estraneo agli insulti ricevuti via social – dopotutto, come vi abbiamo accennato, è pur sempre una sorta di influencer – non si aspettava certo di rimanerne sepolto al punto da ricevere potenziali danni alla carriera. “Questa situazione mi ha portato a perdere alcune posizioni lavorative perché messe in discussione a causa del mio nome” racconta ancora.
Insomma, quando si è un personaggio pubblico la gogna mediatica (specie se immeritata) stringe ancora di più: “Instagram mi ha negato la spunta blu per il rischio di confusione tra me e colui che ha ucciso il povero Willy Monteiro Duarte” spiega ancora il povero Gabriele.