Padova, infarto in un ristorante: salvato dall’oncologo Paolo Ascierto

L'oncologo Paolo Ascierto ha salvato un uomo da un infarto fulminante: il medico, tuttavia, si appella a tutti i cittadini.

Padova, infarto in un ristorante: salvato dall’oncologo Paolo Ascierto

Un malore improvviso al petto, il pavimento che si avvicina improvvisamente, le luci che si affievoliscono fino a spegnersi. Un uomo è stato colpito da un infarto mentre si trovava in ristorante in quel di Padova: tra i clienti dello stesso locale c’era anche il famoso oncologo Paolo Ascierto, che si è immediatamente attivato per eseguire il messaggio cardiaco – una manovra che ha permesso allo sfortunato avventore di rimanere appeso alla vita fino all’arrivo dell’ambulanza. Ascierto, tuttavia, non è affatto interessato alla gloria, e ha approfittato della situazione per inoltrare un appello volto a sensibilizzare le persone sull’importanza dei corsi di primo soccorso.

ambulanza

È importante notare, prima di procedere, che lo stesso Ascierto, pur essendo un medico, si occupa di fatto di ricerca e non di interventi di questo tipo: “La mia è una medicina ragionata più che di azione”, spiega. In scenari come quello descritto poco fa, tuttavia, non c’è spazio per i tentennamenti: i primi dieci minuti sono fondamentali per salvare una persona colpita da un infarto, ed è chiaramente difficile che un’ambulanza riesca a giungere sul posto in così poco tempo. “Urlo: arresto cardiaco e poi palmo della mano sul cuore e l’altra mano che spinge forte” racconta l’oncologo. “Urlo ancora, chiamate il 118 e ditegli che ci troviamo con un paziente in arresto, ancora … qualcuno prenda il tempo e avvisi quando passano 2 minuti … organizzatevi, bisogna darci il cambio al massaggio ogni 2 minuti … nel frattempo spingevo”. Dieci minuti, quando c’è la vita di un uomo in gioco, sono tanti. “Per far tornare in vita quell’uomo bastano un minuto e mezzo di massaggio cardiaco, il suo volto prende subito colore, mi guarda, ci guarda stranito. L’ambulanza arriverà solo dopo 25 minuti”.

Come accennato, tuttavia, il medico è ben poco interessato alle celebrazioni: “Ho salvato quell’uomo? Non lo so e non mi interessa”, commenta. “So che corsi del genere, come il BLS (basic life support) dovrebbero essere promossi con più frequenza e non solo negli ospedali tra il personale sanitario, ma anche nelle scuole, nei pubblici uffici. E inoltre, vorrei che ci fosse più consapevolezza che la presenza capillare di defibrillatori sul territorio rappresenta un ulteriore sicurezza per noi cittadini”. L’appello di Ascierto è limpido: “I cittadini dovrebbero fare un corso di base per riconoscere un infarto e fare un massaggio cardiaco se necessario, dovrebbero sapere come utilizzare i defibrillatori che ormai sono semi automatici”: