Pane: il Consiglio di Stato conferma che non può essere imbustato dai clienti

Il Consiglio di Stato conferma che il pane non può essere imbustato dai clienti e respinge il ricorso di un supermercato di Lecce.

Pane: il Consiglio di Stato conferma che non può essere imbustato dai clienti

A quanto pare il Consiglio di Stato ha confermato quello che si sapeva già: il pane non può essere imbustato dai clienti. Per tale motivo ha respinto il ricorso di un supermercato di Lecce.

Questa storia inizia a gennaio 2020 quando, durante un’ispezione dei Nas in un supermercato di Gallipoli, provincia di Lecce, venne sequestrto un quantitativo di 23 kg di pane precotto. Durante i controlli, infatti, i Carabinieri avevano visto un cliente che, dopo aver toccato alcuni pezzi di pane presenti negli scaffali a cassetto, ne aveva scelto diversi e poi imbustati da solo, senza usare i guanti.

Così il Dipartimento di prevenzione dell’Asl aveva disposto di smettere subito di vendere pane e prodotti da forno sfusi in modalità self service in quanto era stata violata la disciplina per la vendita del pane precotto, surgelato o meno. In particolare l’Asl aveva contestato le seguenti violazioni:

  • assenza di vigilanza durante le procedure di acquisto da parte dei clienti
  • assenza di preconfezionamento di ciascun pezzo

Longoni - Pane cotto

Si era poi arrivati ad aprile quando l’Asl aveva deciso di revocare il provvedimento: un nuovo controllo da parte dei Nas effettuato il 21 febbraio, infatti, aveva constato come il supermercato si fosse adeguato alle norme previste.

È a questo punto, però, che la società a responsabilità limitata del supermercato in questione aveva proposto un ricorso con istanza cautelare per due motivi:

  1. La società era convinta che la sospensione non fosse stata davvero revocata
  2. Voleva avere un pronunciamento preciso riguardo le leggi in materia di igiene e sicurezza alimentare, soprattutto per quanto concerne la vendita self service del pane precotto. La società, infatti, affermava di essersi adeguata alle prescrizioni solamente perché non voleva subire altri danni, ma rimaneva comunque convinta di aver agito bene

Si arriva così al secondo grado di giudizio: qui la sezione terza del Consiglio di Stato ha ribadito nuovamente come le ragioni addotte dalla società nel ricorso fossero infondate.

Per dirla più semplicemente, la legge parla chiaro: il pane deve essere sempre venduto imbustato ed etichettato, non è ammissibile far imbustare il pane direttamente dai clienti.

In aggiunta, poi, i giudici hanno sottolineato che il provvedimento dell’Asl era stato correttamente revocato, per cui quando il ricorso era stato presentato al Tar, i presupposti del medesimo non sussistevano più.

A causa della sentenza del Consiglio di Stato, poi, le spese giudiziarie per la società ricorrente sono salite da 3mila a 5mila euro a causa del criterio della soccombenza virtuale.

Comunque sia, anche una sentenza della Cassazione dell’anno scorso aveva ribadito il concetto: il pane precotto e congelato non può essere venduto senza confezione.